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Giovanni Pascoli
Primi poemetti

IntraText CT - Lettura del testo

  • Il bordone – l’aquilone.
    • LA CALANDRA.
      • II.
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II.

 

Ma no: dib dib: è il passero. Ricopre

la nebbia i campi, dove è dall'aurora

de' bovi il muglio e il viavai dell'opre.

 

Fuma la terra, fuma il cielo; ancora

fuma il camino e, tra le tamerici,

fuma il letame e grave oggi vapora.

 

Vaniscono laggiù le zappatrici;

di qua l'aratro emerge per incanto,

tra un pigolìo di passeri mendici.

 

Ma donde viene chiaro e dolce il canto

or della quaglia? È in fior lo spigo; tondo

s'apre nei campi il fior dell'elïanto.

 

È sera forse? e dentro il ciel profondo

il crepuscolo indugia? e nel sereno

canta la quaglia di tra il grano biondo?

 

E pieno il prato è già di trilli, e pieno

il grano è già di lucciole, e su l'aie

bianche s'esala il buon odor del fieno.

 

E no, ch'è l'alba: è sotto le grondaie

tutto un ciarlare. Sono intorno al nido

le rondinelle garrule massaie.

 

La casa dorme. Niuno ancor nel fido

bricco il caffè, nemico al sonno, infuse.

Vola e rivola il mattutino strido

 

lungo le verdi persïane chiuse.

 




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