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Giovanni Pascoli Primi poemetti IntraText CT - Lettura del testo |
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II.Vedono. Sorge nell'azzurro intenso del ciel di maggio il loro monastero, pieno di litanie, pieno d'incenso.
Vedono; e si profuma il lor pensiero d'odor di rose e di viole a ciocche, di sentor d'innocenza e di mistero.
E negli orecchi ronzano, alle bocche là, da tastiere appena appena tocche...
Oh! quale vi sorrise oggi, alle grate, ospite caro? onde più rosse e liete tornaste alle sonanti camerate
oggi: ed oggi, più alto, Ave, ripete, Ave Maria, la vostra voce in coro; e poi d'un tratto (perché mai?) piangete...
Piangono, un poco, nel tramonto d'oro, senza perché. Quante fanciulle sono nell'orto, bianco qua e là di loro!
Bianco e ciarliero. Ad or ad or, col suono di vele al vento, vengono. Rimane qualcuna, e legge in un suo libro buono.
In disparte da loro agili e sane, una spiga di fiori, anzi di dita spruzzolate di sangue, dita umane,
l'alito ignoto spande di sua vita.
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