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Giovanni Pascoli Primi poemetti IntraText CT - Lettura del testo |
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IV.E velò gli occhi il pallido eremita. Ed ecco gli fluìa per i precordi il dolce sonno della stanca vita;
quando riscosso (egli scendeva a fior di grandi acque mute su labile nave) gridò: «Signore, fa ch'io mi ricordi!
Dio, fa che sogni! Nulla è più soave, Dio, che la fine del dolor; ma molto duole obliarlo; ché gettare è grave
il fior che solo odora quando è colto».
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