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Giovanni Pascoli Primi poemetti IntraText CT - Lettura del testo |
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VII.Piovve; e la pioggia cancellò dal tetto quel po' di bianco, e fece tutto nero.
Il cielo, parve che si fosse stretto, e rovesciava acquate sopra acquate! O ferraietto, corto e maledetto!
Ghita diceva: «Mamma, a che filate? Nessuna fila in Mèrica. Son usi d'una volta, del tempo delle fate.
Oh yes! filare! Assai mi ci confusi da bimba. Or c'è la macchina che scocca d'un frullo solo centomila fusi.
Oh yes! Ben altro che la vostra rócca! E fila unito. E duole poi la vita e ci si sente prosciugar la bocca!»
La mamma allora con le magre dita le sue gugliate traea giù più rare, perché ciascuna fosse bella unita.
Vedea le fate, le vedea scoccare fusi a migliaia, e s'indugiava a lungo nel suo cantuccio presso il focolare.
Diceva: «Andate a letto, io vi raggiungo». Vedea le mille fate nelle grotte illuminate. A lei faceva il fungo
la lucernina nell'oscura notte.
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