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Giovanni Pascoli
Primi poemetti

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  • Il bordone – l’aquilone.
    • DIGITALE PURPUREA.
      • III.
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III.

 

«Maria!» «Rachele!» Un poco più le mani

si premono. In quell'ora hanno veduto

la fanciullezza, i cari anni lontani.

 

Memorie (l'una sa dell'altra al muto

premere) dolci, come è tristo e pio

il lontanar d'un ultimo saluto!

 

«Maria!» «Rachele!» Questa piange, «Addio!»

dice tra sé, poi volta la parola

grave a Maria, ma i neri occhi no: «Io,»

 

mormora, «sì: sentii quel fiore. Sola

ero con le cetonie verdi. Il vento

portava odor di rose e di viole a

 

ciocche. Nel cuore, il languido fermento

d'un sogno che notturno arse e che s'era

all'alba, nell'ignara anima, spento.

 

Maria, ricordo quella grave sera.

L'aria soffiava luce di baleni

silenzïosi. M'inoltrai leggiera,

 

cauta, su per i molli terrapieni

erbosi. I piedi mi tenea la folta

erba. Sorridi? E dirmi sentia: Vieni!

 

Vieni! E fu molta la dolcezza! molta!

tanta, che, vedi... (l'altra lo stupore

alza degli occhi, e vede ora, ed ascolta

 

con un suo lungo brivido...) si muore!»

 

 

 




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