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Dante Alighieri
Fiore

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  • CLXXIII. La Vec[c]hia.
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CLXXIII. La Vec[c]hia.

 

«Gran festa gli farai e grand'onore,
E come gli ti se' tutta data,
Ma non per cosa ch'e' t'ag[g]ia donata,
Se non per fino e per leal amore;
Che·ttu à' rifiutato gran signore,
Che riccamente t'avreb[b]e dotata:
«Ma credo che m'avete incantata,
Per ched i' son entrata in quest'errore».
Allor sì 'l bascierai istrettamente,
Pregando'l che·lla cosa sia sagreta,
Sì che no'l senta mai nessuna gente.
cciò ch'e' vorrà fare, istarà' cheta;
Ma guarda che non fosse aconsentente
A nessun, se non se per la moneta.




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