Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
P. Josu Mirena Alday, CMF
La pers. del formatore: identità e missione

IntraText CT - Lettura del testo

  • 2. Compiti del formatore
    • 1
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

2. Compiti del formatore

2.1 Discernere

- “Loro compito è di discernere l’autenticità della chiamata alla vita religiosa nella fase iniziale di formazione (PI 30b).

Quando un candidato comincia la sua esperienza formativa in un istituto, comincia un processo di conoscenza reciproca per discernere mutuamente l’autenticità della chiamata a quella vita in comunione con altri, secondo lo spirito e missione proprie. Il formatore, a nome dell’istituto, ha la responsabilità di conoscere progressivamente il formando e quella di discernere l’autenticità della sua vocazione. La tradizione indica i campi di questo discernimento: l’idoneità e la retta intenzione.

L’idoneità è la reale capacità di tradurre in atti la percezione di certi valori. La vocazione, in quanto esperimentarsi chiamato, ha un suo segno di autenticità nella vocazione come esperienza di impegno e di risposta. E come l’idoneità è un concetto relazionale: “idoneo per”, essa deve essere discernita secondo lo spirito e missione proprie di ogni istituto. Ed abbraccia l’insieme di dimensioni della persona nella sua unità e differenza. Partendo da una concezione dinamica della vocazione, l’idoneità dovrà essere vista con una prospettiva evolutiva e si dovrà applicare il criterio della proporzionalità: idoneità proporzionale alla persona e alla sua tappa, e il criterio di crescita: la persona dimostra capacità di crescita sufficiente in quella idoneità.

Il secondo campo di discernimento è la retta intenzione, che consiste nella serietà ed onestà con cui la persona prepara la sua libera decisione in ordine al compimento della volontà di Dio per essa. Risponde al perché vuole questo tipo di vita. L’intenzione nei suoi inizi non è totalmente pura, perciò la formazione può considerarsi come un processo di discernimento, purificazione e radicamento delle motivazioni.

- “e di aiutare i religiosi a ben condurre il loro dialogo personale con Dio, scoprendo nello stesso tempo le vie nelle quali sembra che Dio voglia farli progredire

Il ruolo del formatore non si riduce al discernimento che lui fa a nome dell’istituto, bensì dovrà arrivare ad offrire al formando un aiuto per il proprio discernimento. Questa Istruzione chiedeaiutare i religiosi a ben condurre il loro dialogo personale con Dio, scoprendo nello stesso tempo le vie nelle quali sembra che Dio voglia farli progredire”. La vocazione è un dialogo continuato. Orientare questo dialogo sarà favorire gli atteggiamenti che lo fanno possibile, fecondo e fedele. Il formatore aiuterà il formando a riconoscere l’iniziativa di Dio su di lui ed a favorire la sua manifestazione.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License