2.3 Nutrire
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“Essi devono
offrire ai religiosi un solido nutrimento dottrinale e pratico, in funzione
delle tappe di formazione in cui si trovano”.
Il nutrimento
dottrinale e pratico che offrono i formatori è al servizio dell’obiettivo
ultimo della formazione: la sequela di Cristo secondo il carisma dell’istituto;
perciò, non si tratta soltanto di acquisire alcune conoscenze dottrinali o di
esercitarsi in alcune pratiche, ma di raggiungere un nuovo modo di essere, di
pensare, di sentire e di agire. L’iniziazione vitale alla vita consacrata,
nella preghiera, nei voti ecc., ha bisogno di una seria conoscenza di queste
realtà, ma forma parte di un avvicinamento più totale com’è la esperienza
vitale di queste realtà.
In questa
iniziazione dottrinale si dovrà tener conto che importa di più “teste ben fatte
che teste piene”, importa di più la vita che il metodo. Il progetto formativo
dovrà contemplare sistematicamente e progressivamente i contenuti dottrinali
sulla natura della vita consacrata nella Chiesa, il carisma, la missione e la
storia dell’istituto, la natura dell’apostolato ecc. Ugualmente raccoglierà
organicamente i dinamismi e i passi che l’istituto indica per iniziarsi e
progredire nella pratica dei voti, della preghiera, nella vita comunitaria ecc.
Questo compito esige negli educatori o formatori una preparazione dottrinale ed
una esperienza vitale. Come spesso non potrà essere realizzata pienamente da un
solo formatore o da un solo istituto, ci sarà bisogno dell’aiuto di altre
persone e la collaborazione inter-istituti.
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