5.2 La formazione
esige del formatore anche un buon equilibrio della affettività. Le conseguenze
dell’attuazione di un formatore non equilibrato sufficientemente a livello di
personalità non si limitano all’inefficacia formativa. Il suo contatto, la sua
comunicazione, la sua presenza in mezzo ai formandi esercita sempre certo
influsso negativo su di essi. Si tratta di un meccanismo di proiezione:
l’entusiasmo del formatore contagia ai formandi, così come il suo cattivo
umore. Le persone proiettano i loro problemi personali sulle persone con le
quali convivono. Questo fenomeno si produce senza la partecipazione volontaria
o cosciente del soggetto.
Il formatore
comunica con il formando, particolarmente attraverso il colloquio personale,
qualcosa della sua personalità, sia in senso positivo sia in negativo, anche
quando il formatore cerchi di nascondere la propria realtà interna, buona o non
tanto buona, perché il formatore attua molto di più per quello che è che per
quello che dice o fa. Il formando ordinariamente non si rende conto
dell’influsso negativo o positivo del suo formatore su di lui. Si renderà conto
più tardi.
Un formatore,
cosciente della propria responsabilità, deve preoccuparsi della sua crescita
personale in tutti i livelli della sua personalità. Spesso verificherà
attentamente la propria situazione interna: sentimenti, desideri, timori,
angosce, insoddisfazioni, diffidenze, ecc.
La constatazione dell’esistenza di un disordine interno sarà il primo
passo per l’autocontrollo. Il secondo, anche imprescindibile, sarà
l’autopurificazione.
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