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AA.VV. Formazione permanente paradigma della formazione iniziale IntraText CT - Lettura del testo |
Certo, le difficoltà ci sono: culturali, ambientali, ecclesiali, congregazionali, personali, comunitarie...; ma, non solo quelle: anche tanti momenti di serenità, di pace e di profonda gioia. I religiosi abbiamo i piedi per terra, con tutte le conseguenze di realismo e di immersione nella realtà mondana che questo significa; ma, la testa in alto, sempre scrutando l'orizzonte "da dove ci verrà l'aiuto; ed il nostro aiuto è nel nome del Signore che fece il cielo e la terra" (Sal 124, 8). Sappiamo di avere un tesoro in vasi di creta (cf. 2 Cor 4, 7); ma, entrambe le cose sono vere: la nostra fragilità e la validità del tesoro. Così, i momenti di crisi diventano opportunità di crescita e di progresso nella sequela (a volte tranquilla, a volte allegra, a volte faticosa) di Cristo.
In questo modo la nostra vita personale e comunitaria diventa testimonianza e predicazione più urgente che mai. E' per gli altri cristiani e per il mondo, un segno visibile della fedeltà invisibile di Dio agli uomini e degli uomini a Dio, lungo la storia. In ciascuno di noi, Dio ripete il suo "sì!" all'uomo, il Suo amore; compie le sue promesse. E, nella misura in cui, nonostante i nostri limiti e le nostre incoerenze, ci sforziamo di convertire le spade in vomeri e le lance in falci (cf. Is 2, 4), l'acqua in vino (cf. Gv 2, 1-11), le difficoltà negative in opportunità positive, l'umanità sta dando in noi il suo "amen!" all'amore di Dio (cf. 2Cor 1, 20). Possiamo così ripetere, in tono allo stesso tempo convinto e sommesso -come Pietro nella sua terza risposta a Cristo-: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo!" (Gv 21, 17 ), e con gli altri apostoli: "Di questo noi siamo testimoni!" (At 5, 32; 10, 39).
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