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5- “Ama e fa quel che vuoi”

L’affermazione classica, spesso intesa molto allegramente e fuori d’ogni intelligente equilibrio, diventa a questo punto per noi come la sintesi che ricapitola e illumina, quasi rimotivandolo, quanto fin qui detto. L’espressione agostiniana, infatti, è espressione di grande EA, poiché dice, essenzialmente, la libertà interiore di chi è attratto potentemente dal suo ideale di vita, dal suo io ideale, non solo lo esegue e porta a realizzazione, non solo gli obbedisce perché lo ritiene valido o gli riconosce autorevolezza nella sua vita, ma lo ama con tutte le sue forze. Lo ama così tanto che decide di dipendere da esso in tutto quel che fa, che dice, che pensa, che desidera, che progetta, che trasmette agli altri, in tutta la sua identità e in ogni espressione d’essa, insomma. Ed è ancora sintesi tra èk-stasis e kénosis, tra amore contemplativo-appassionato e amore obbediente-radicale, tra mistica e ascetica, tra gratitudine e gratuità.

L’EA, frutto di questa sintesi, è equilibrio tra l’oggetto dell’amore e lo stile dell’amare, così tanto equilibrio che le due cose s’identificano, sono identiche, rimandano -nel caso del consacrato- alla stessa persona. È la libertà paradossale del vergine per il regno, libertà di dipendere in tutto e per tutto dal Signore Gesù, libertà di fare davvero quello che il cuore vuole e ama.

amedeo cencini fdcc

La relazione propone una riflessione sull’equilibrio affettivo tipico del vergine per il regno dei cieli. Esistono varie interpretazioni del concetto: una molto diffusa, e un po’ sospetta, ritiene che la persona equilibrata sia quella che decide (e presume) di far corrispondere il livello dell’amore che dona agli altri con il livello dell’amore che pensa d’aver ricevuto. Un’altra interpretazione va oltre, e sostiene che l’equilibrio affettivo paradossalmente è fondato sulla logica asimmetrica della vita, logica d’un amore ricevuto che sarà sempre eccedente rispetto a quello che uno può decidere di dare: solo chi è consapevole di questo squilibrio potrà essere equilibrato affettivamente, e donarsi gratuitamente e generosamente, ben sapendo che non potrà mai colmare quella differenza. La prospettiva trinitaria al concetto la dimensione e profondità del mistero: nella Trinità c’è l’equilibrio assoluto dell’amore in uno scambio relazionale che, mentre rispetta la singolarità delle Persone, esalta la comunione alla quale anche l’uomo è invitato a partecipare. Così, l’ékstasis del Padre si salda, nello Spirito, alla kénosis del Figlio, dando luogo alla storia sempre nuova e inedita della salvezza. Questa storia il vergine per il regno vuole “raccontare”, con la sua scelta d’uno stile di vita e di amore che s’ispira alla logica trinitaria e di cui la riflessione espone alcuni tratti caratteristici: il tirarsi in disparte, la debolezza dell’amore, la mediazione del “terzo”, “sfiorare” per far fiorire, baciare il lebbroso. Punto culminante di questo umano e divino equilibrio affettivo è la libertà di cui parla Agostino: “ama e fa quel che vuoi”.

Curia Generalizia Fratelli Scuole Cristiane - Via Aurelia, 476





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