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Giovan Battista Marino
Amori

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  • 28 - Lontananza
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28 - Lontananza

 

Ove ch'io vada, ove ch'io stia, talora

in ombrosa valletta o 'n piaggia aprica,

la sospirata mia dolce nemica

sempre m'è innanzi, onde convien ch'io mora.

 

Quel tenace pensier che m'innamora,

per rinfrescar la mia ferita antica,

l'appresenta a quest'occhi e par che dica:

io da te lunge, e tu pur vivi ancora?

 

Intanto verso ognor larghe e profonde

vene di pianto e di passo in passo

parlando ai fiori, al'erbe, agli antri, al'onde;

 

poscia in me torno, e dico: ahi folle, ahi lasso;

e chi m'ascolta qui? chi mi risponde?

Miser, che quello è un tronco, e questo è un sasso.

 

 




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