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Giovan Battista Marino
Amori

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  • 46 - Per la signora N. Vipereschi
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46 - Per la signora N. Vipereschi

 

Vipera mia, che di fin or lucenti

tergi le spoglie al sol del vero onore,

a cui di spine cinto aspre e pungenti

fatto è siepe il mio petto e nido il core:

 

spirano i cari tuoi fiati innocenti

di grave fiamma invece, arabo odore.

Sono i tuoi fischi angelici concenti,

e 'l tuo veleno è nettare d'amore.

 

O per grazia del ciel, sì com'io lessi

ch'a Cadmo ed Ermion fu dato in sorte,

anch'io cangiarmi in aspido potessi,

 

ché s'ambo un nodo poi tenace e forte

n'unisse, ed io baciassi, e tu mordessi,

chi da più dolci morsi ebbe la morte?

 

 




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