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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Godo che abbia trovato motivo di
consolarsi pel fervore delle pie Dame del Sacro Cuore.2 Ah voglia l’amabilissimo Gesù accrescerle in
esso, che di cuore glielo desidero!
L’immagine del suo e mio tesoro
contenente le molte indulgenze pontificie, trovasi presso di me, avendolo
appunto rinvenuto nella piccola stanzina ove mangiava, sopra esso imprimo più
baci, e benché miserabile intendo abbia Ella a sentirne gli effetti.
Sì, è passato il tempo della sua
stazione in Venezia, ma troppo presto, ed anche nell’eternità spero proprio
sarà contento essere qui venuto, mentre in ogni petto parmi veder palpitar più
frequente il core, per desiderio d’amare il nostro buon Gesù.
Ah, potessimo aver la consolazione di
farlo amare da tutte le creature che sono nel mondo, che giustamente immondo lo
chiama la Signoria Vostra.
Questo riflesso non poco pesa sopra
il mio sensibile cuore, mentre chiaramente veggo che tale si è reso coll’opera
dell’uomo creato per amare e godere di Dio.
Ah, preghiamo, preghiamo! Questi
poveretti sembrano accecati, mentre tutto dice la bontà e misericordia del
nostro caro Gesù! Fino il tempo parla loro, ammonendoli dei disordinati
appetiti, ma chiudono gli occhi dell’anima, e così non possono gl’infelici
comprendere ciò che a loro tornerebbe tanto utile.
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Madama Neville3 si è trattenuta di più di un’ora col P. Luca nel Collegio dei
Gesuiti a Modena. Egli sta bene; la stessa sarebbesi consolata qui trovar Lei,
ma pazienza!
Essa colla cara sua figlia e con Anna
lo riveriscono, e così accetti i baciamani di tutta questa Comunità, che dalla
piccola Nanna4 fino alla padrona di casa intendono ciò fare.
La nostra Santa Dorotea si è mostrata
molto benigna in verso noi, come avrà inteso dalla lettera che ho spedito in
Brescia.
Questa volta pure, udito dal medico e
chirurgo che la malattia di Benedetta5 era molto seria, mi portai dalla stessa
dicendole confidasse in essa Santa, che le avrebbe dal buon Gesù ottenuto di
fare con noi la Santa Comunione il giorno dell’istituzione del grande
Sacramento; ed infatti così è stato, di maniera che il Padre, avutala al
confessionale mercoledì sera, le disse qualche cosa, temendo facesse una
bravata; ma continua a star bene con sorpresa del medico e chirurgo, i quali mi
dissero [che] avrebbero proprio creduto fatale la malattia di Benedetta, che
svanì.
Ogni benedizione scenda su Lei e
tutta la rispettabile sua famiglia nel ritorno delle Pasquali Sante Feste. La supplico
presentarmi a tutti piena di gratitudine
Umilis.ma
Dev.ma Obbl.ma Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Il giorno 21 Marzo 1845
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Marco Passi – Bergamo
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