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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Mia Carissima,1
Eccomi a voi, per assicurarvi essermi
stata grata la vostra lettera, ed ho benedetto l’amabilissimo Gesù che sana
v’abbia posta fra le braccia della buona vostra Madre, che godo rimessa in
salute.
Io avevo patito nel timore che vi
foste trovata nel vapore il giorno di quella burrasca, che il foglio descrisse
con tanta forza.
Mi rallegro sentire da voi ripetere i
bei sentimenti, che tante volte personalmente mi lasciaste godere.
Sì, mia cara Letizia, tenete per
certo che quanto maggiore sarà il vostro impegno per adempire i figliali
doveri, tanto più v’ameranno gli amatissimi vostri genitori, che per me
riverirete assicurandoli che sono ricordati nelle preghiere che innalzo a Dio.
Fate inoltre di rivedere
settimanalmente quei proponimenti che nel fervore vi scriveste, affine poterli
eseguire; se per qualche circostanza mancaste a qualcuno, procurate di non
lasciarvi prendere da malumore, ma chiedete umilmente perdono al nostro buon
Dio ed incoraggiatevi nuovamente.
Quello, che sopra tutto mi preme
ch’esercitiate, è l’offerta delle azioni la mattina. Per carità, mia Letizia,
non sortite dalla vostra stanza senza questo aver fatto, anzi ricordatevi quel
quarto d’ora di meditazione che mi prometteste; poi con santa allegrezza
esaurite i vostri doveri.
Rammentatevi di quando in quando che
Dio vi è sempre - 86 -
presente. Un tal esercizio vi garantirà da molti mali
nei quali cadono quelli che non si curano di un tanto mezzo.
Tutte le vostre compagne vi salutano;
stanno benissimo; la Nanna2 poi diventa ogni giorno più cara; esse sono
cresciute di numero.
Ebbimo qui per 15 giorni il Conte D.
Marco Passi che ha loro dato i S.ti Esercizi; e per verità
li fece molto bene.
La Serafini si è dichiarata col suo
papà di volersi far Suora, ma io l’ho pregato di attendere un poco, per
esperimentare meglio la sua vocazione.
Ho dimandato alle fanciulle come alle
Suore dei fazzoletti di fular che dite, ma nulla sanno, eccetto di quello
brutto che foderaste quel cuscino da scranna senza mia saputa; ma non è nuovo
né bello.
Riguardo alle altre cose voi sapete
che v’ho raccomandato procurare di tutto precisamente rinvenire; difatti mi
diceste non si trovava un lenzuolo, e ve lo feci passare della Comunità.
Ricordate alla vostra cara Mamma quello [che] donaste a qualche povera e
lasciaste in Trieste; forse allora troverà l’intiero numero.
Ricordatemi al buon Gesù ed a Maria,
ed a quelle persone che voi credete
la vostra in Gesù
Affezionatissima
Suor
Maria Rachele Guardini
Il giorno 25 Marzo 1845
Alla Stimatissima Signora
La Sig.ra Letizia Alnaider
Riva di Trento
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