- 131 -
1103
Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Altezza,1
Animata dalla bontà Vostra Imperiale
oso impugnare la penna, onde mostrare a quali condizioni la defunta Signora
Erminia Panzerini2 abbia me nominata nel suo testamento, per un
legato di 14000 Aust.e:
«Lascio per una sol volta, a Suor Maria Rachele
Guardini, attuale Superiora nell’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea
in Venezia, od a quella che sarà poi pro tempore, Austriache £ 14000
quattordicimila da impiegarsi a favore dell’Istituto di educazione in Cemmo, il
quale come si crede e desidera va ad unirsi al suddetto Istituto di Santa
Dorotea. Nel caso però che tale unione non si effettuasse, la suddetta somma di
Lire 14000 resterà in mano della sua erede universale, ch’è per costituire
Annunciata Cocchetti, del fu Marc’Antonio di Rovato, a pro dell’Istituto
suddetto di Cemmo, colla condizione però che non venendo questa casa di
educazione incorporata ad altro Istituto approvato, entro anni sei, dal dì
della sua morte le sopradette £ 14000 passino in mano della Signora Catterina
Gerosa, attuale Superiora delle Figlie della Carità in Lovere o di quella che
sarà in allora a favore di quella Casa».3
- 132 -
Per secondare adunque
l’intenzione della pia testatrice, che moriva i primi di Maggio dell’anno 1842,
il tre Ottobre dell’anno stesso, presentai a Monsignor Vescovo di Brescia,
Carlo Ferrari, una supplica,4
ove dichiaravo che, desiderosa di rendermi utile anche alla sua Diocesi,
dimandavo l’assentimento di condurre in Cemmo tre Suore Maestre di Santa Dorotea,
perché avessero colà ad esercitare il loro ufficio nel convitto di educazione
da 15 anni esistente con cognizioni delle Civili Autorità: ottenuto da quel
buon Vescovo il permesso, furono tostamente in Cemmo le Suore, nella qual
occasione visitai Sua Eccellenza l’I.R. Consigliere di
Governo e Delegato Provinciale di Bergamo,5 che godette intendere l’arrivo delle Suore in
quel paese. Desso le visitò nel decorso anno, e mostrò essere molto contento,
anzi diede alla Suora Direttrice6 l’eccitamento di scrivermi d’accrescere il
numero di esse a causa delle molte occupazioni loro,7 infatti condiscesi aggiungendo un quarto
individuo.
L’Altezza Vostra Imperiale da tutto
ciò facilmente scorgerà quanto importante sia che ci venga un’autorizzazione di
legare a questa quella Casa, perché non abbia deperimento un sì gran bene,
quale appunto ne viene dalla prestazione delle povere Suore, in quei vicini
paesi, tanto tristi per la posizione loro.
Unisco la copia del Decreto ch’ebbimo
d’approvazione,8 affine
possa l’Altezza Vostra operare con libertà, mentre sono - 133 -
persuasa
basti un suo scritto, che manifesti volere sia la Casa di Cemmo legata con
questa di Santa Dorotea in Venezia, ed avrà certamente buon effetto la cosa.9
Confido assai nel patrocinio di
Vostra Altezza, che ottimo Padre altre volte esperimentammo la sua potenza e
bontà. Noi di tutto cuore preghiamo il nostro buon Dio a volerla ricompensare
centuplicatamente per tutti i benefici che riceviamo.
Si compiaccia Vostra Altezza gradire
i miei umilissimi ossequi professandomi con gloria e rispetto
dell’Altezza
Vostra Imperiale e Reale
Umilissima
Dev.ma Obbligatissima Serva
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto
di Santa Dorotea
Venezia
il giorno 29 Aprile 1846
A Sua
Altezza Imperiale Reale
Il
Serenissimo Arciduca Rainieri
Viceré del Regno Lombardo Veneto, ecc.
|