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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Venezia il giorno 23 Settembre 1847
Monsignore
Reverendissimo,1
Ho sperato di poterla ossequiare
venuta da Bergamo, a questo fine fui alla casa di Lei, ed in Duomo, ma piacque al
nostro buon Gesù permettere che non la trovassi, onde potessi offerirgli un
fioretto.
Eccomi adunque a significarle in
iscritto quello che detto Le avrei personalmente, riguardo la mia cara sorella.2 Con tenerezza la pregai di fare particolari preghiere,
affine di conoscere meglio la volontà di Dio sopra la sua vocazione;
modestamente ascoltommi, poi avente una straordinaria fermezza rispose: «Di cuore assentirei alla tua domanda s’io
fossi dubbia, ma siccome tengomi certa che la Madonna m’abbia qui condotta
facendomi particolar grazia, vedi bene che non posso corrispondere alla tua
richiesta». Ed aggiunse ancora: «Sono contentissima di mia elezione, pella
quale darei volentieri anche la vita, e se da me dipendesse non m’allontanerei
mai dall’ospitale, tuttavia mi piace fare ciò che l’obbedienza mi commette».3
Udito questo, l’animai a perseverare
nella sua vocazione, come ad occuparsi diligentemente delle sue Regole, onde
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crescere nelle virtù e nell’amor di Dio, e così santificare se
stessa, ed edificare le persone con cui dovrà trattare, secondo le disposizioni
dell’obbedienza.
Dietro tali eccitamenti la poveretta
mostrommi la cognizione che tiene di sé, causa del suo struggersi per brama di
cominciare una volta davvero a fare il bene.
Veramente sentivami commossa,
nonostante il buon Gesù mi concesse parole, così le mostrai essere misericordia
grande, quella, che il buon Gesù le doni santi desideri, ai quali
corrispondendo li farà fruttificare; le ho fatto conoscere inoltre quanto sia
importante non avvilirsi, ma che più si onora Dio confidando, che temendo. Ho
pur detto qualche cosa, sul poco impegno mostrato pella sua vestizione
religiosa, e poi chiesi: Se ti dessero l’ubbidienza di vestire, che cosa
faresti?
«Spero – disse – che obbedirei ringraziando Iddio
nella sicurezza di eseguire la sua santissima volontà».
Da tutto ciò comprenderà la
Sig.ria Vostra Reverendissima che sopra l’animo di Marietta
la voce dell’ubbidienza potrà tutto, perciò la raccomando alla sua carità,
persuasa che potrebbe facilitare il modo per santificare l’anima sua
interrogandola, e comandandole qualche volta.
Rispettosa bacio sua sacra mano
supplicandola benedirmi ed ossequiare per me la Sig.ra Co.
Rosa.4
Umilissima
Devotissima Serva
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di Santa Dorotea
A Monsignor Reverendissimo
Il R.mo
Monsignor Pinzoni Arciprete della Cat.le
Superiore nell’Istituto delle Ancelle
di Carità, ecc. – Brescia
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