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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Mia buona Madre,1
Ah che cosa siamo noi mai! Quello
medesimo, che dovrebbe servire a rallegrarci, servirebbe ad opprimerci, quando
non avessimo la felicità di poter innalzare gli occhi al disponitore
benignissimo di ogni cosa.
Sì, cara Madre, dobbiamo adorare la
volontà di Dio, ma coll’adorarla piacemi anche baciarla per amore, sicura che
quello [che] ci viene dalla sua mano è buono relativamente a Lui, ch’è bontà
per essenza, [e] buono per noi attesoché, meglio di quello possiamo pensare,
conosce che cosa ci sta bene.
Faccia dunque, amatissima Madre,
quanto può per non lasciarsi abbattere troppo; si ricordi che la nostra
dolcissima Mamma Maria stava senza
smaniare né piangere accanto alla Croce del suo e nostro Gesù, che pendente
vedeva sul patibolo spirare per amore di noi.
Ah! preghiamo assai e speriamo che si
cangerà in gaudio il presente dolore. Saluti le care sorelle, le quali accerterà
che concepisco molto bene l’afflizione di cui giustamente sono penetrate; per
carità, confidino grandemente nella bontà del Padrone, così verranno
maggiormente onorandolo e sarà mezzo questo d’obbligare l’amabilissimo suo
Cuore a concedere loro ciò che abbisognano; particolarmente riveriscami la
buona sua Sorella.2
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Coraggio, buona Madre,
coraggio! coraggio! Bacio rispettosa la sua mano dicendomi
Umilissima Obbligatissima Affettuosa Serva e Figlia
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di Santa Dorotea
Venezia la sera 13 Giugno 1850
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