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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Monsignore Reverendissimo,1
Intesi con somma consolazione dal Signor
Conte Don Luca che Vostra Signoria condiscese in parte alle nostre brame,
cedendoci un individuo capace di esercitare l’ufficio di Maestra, accettato per
cotesta Casa.2
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Certamente che sarebbemi
stato dolce cosa poter avere qualcuna delle Suore aiutate nello spirito da Lei;
ma via ci vuole pazienza, mi contenterò e ringrazierollo per quella [che] ci ha
destinata. Sua bontà voglia regalarmi della cognizione quando farà la medesima
la sua entrata fra noi.
Monsignore nostro Superiore3 meco si unisce a riverirla e ringraziarla.
La Reverenda Madre Superiora4 ci scrive d’avere, nello spazio di due ore che stette guardando
gli occhi della prodigiosa Immagine della Vergine5 in Rimini,
veduto tre volte gli occhi di Lei tolti dalla naturale posizione, cioè nascosta
la palla nera, per cui solamente bianco si vedeva, e questo stesso prodigio
vide altre due volte in altra ora del giorno; guardandola poi col cannocchiale
non vedeva più un pinto, ma come di carne fosse.
La sua fede non abbisogna di questi
prodigi, per amare la nostra dolcissima Madre; tuttavia questo miracolo viene
ad elettrizzare l’anima, e credo gradirà Vostra Signoria Reverendissima la
notizia della nostra Reverenda Madre.
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Mi lusingo che cotesta buona
Madre sarà più tranquilla, come le altre componenti la Comunità; favorisca
dirle tante cose per me.
Fui a Padova per mutare una Suora,
che fu gravemente ammalata ed abbisogna ora delle bagnature. Oh quanto
desiderio sentivo di giungere fino costì, per baciare la sacra Sua mano e
rivedere l’amata Comunità, ma non avevo permesso di ciò eseguire, così feci di
mia viva brama un’offerta al buon Gesù ed alla cara nostra Madre.
Lascio, per non abusare di sua bontà,
baciandole devotamente la sacra mano, dicendomi rispettosamente
Umilissima Devotissima Obbligatissima
Serva ed indegna figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto
di Santa Dorotea
La sera 9 Luglio 1850
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