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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume VI. LETTERE (1845-1853)
    • LETTERE 1852. 11 aprile – 24 dicembre. nn. 1141–1215.
      • 1179
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Mio buon Padre,1

Questa sera ho pregato le mie dilette giovanette volersi contenere quali persone ben educate, dicendo loro che la fatica materiale non m’incomoda, ma che non saprei sostenere senza tormento le osservazioni contro le Regole, come hammi accennato Monsignor Superiore.

Oggi, v’assicuro – loro dissi – che soffrirò molto se mi costringerete, coll’insubordinazione, a darvi silenzio rigoroso, perché – non avvezzateconosco che patirete.

Veramente sono diventate migliori, dopo che mi trovo qui.

Holle inoltre accertate che scuserolle presso di Lei, a cui fine giustamente Le accennerò che, nel piano Organico Disciplinare approvato da tutte le Autorità,2 hanno il permesso di parlare colazionando; ciò è in opposizione alle nostre Regole che ci comandano silenzio rigoroso fino alle 9 antimeridiane.3

Noi abbiamo pure che all’Ave Maria della sera nessuna persona debba essere nella casa. Qui fuvvi, come Le accennai


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subito avvenuto, una sera il Signor Amministratore4 per farmi conoscere i suoi cari figli, i quali appena veduti sortirono dall’Istituto ed egli restò colla sua figlia maggiore, per ricreare un poco le nostre fanciulle Educande colla musica.

Il giorno poi a noi solenne della Madonna Addolorata, mi chiese il detto Sig. Amministratore di far sentire alle giovanette studenti la musica, dei pezzi nuovi, sortiti da poco, dai suoi figli Giuditta e Luigi, adducendo ch’era ciò accostumato anche in passato.

Presente il R.do Padre Antonio5 benedettino, risposi che le nostre Regole non ci permettono e che direi subito di no, quando non considerassi che lui tiene il posto di padre a questa Comunità, per la quale non ha riguardo incontrare dispiaceri con chicchessia. Condiscesi, ma pregandolo venire prima di sera. Difatti presto giunsero che poterono assistere alla Benedizione Sacramentale.

Quel giovane, cioè il suo figlio, mi faceva ricordare quando l’Angelo suonò il violino a S.ta Caterina di Bologna; tanto era attuato nella musica che sembrava un estatico. Restai di lui divota, e mi consolai con suo padre, che posseggavirtuosi figli.

La presami libertà era fondata sulla cognizione che alcuna volta il Pisanello Procuratore, od altra persona, è stata ricevuta nella Casa Centrale di sera.

Così ho creduto fare il migliore, volgere alle giovanette in tempo di tavola, dopo la spirituale lezione, qualche discorso per impedire quelli che non posso udire; tanto più sicura me ne stavo quanto che la R.da Superiora6 presente, nei pochi


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che fu a me coadiutrice, alcuna volta mi parlava, ma più lo faceva colla Suor Maria Ignazia.7

A tranquillità dunque del mio spirito, sua bontà s’intenda bene con Sua Eccellenza il Patriarca,8 e chiarisca quello ch’è oscuro; mentre i Sig.ri Preposti a questo Istituto dicono che noi siamo qui per assistere le Zitelle e vantaggiarle, conservando però le Regole proprie delle medesime, alcune delle quali si oppongono alle nostre.

Mi allontano pure dalla Regola coll’orario del riposo. Questo difetto è tutto mio, non delle altre Suore, ma io penso che nella stessa maniera che diconmi con S. Paolo essere orazioni l’adempimento dei miei doveri, eseguiti per amore di Dio, così ritengo sarà del riposo.

Sono pure sortita dal Conservatorio per attribuzioni di ufficio, ma per piacere mai.

Oggi, appena giunta nell’Istituto, di ritorno dalla commissione di Murano, affine disporre per la scampagnata delle mie dilette Zitelle, è venuto il Barone Fini9 Delegato di Padova. Egli si è molto consolato per avermi trovata migliorata in salute; ha dimandato delle mie Novizie, perché credeva che meco le avessi.

Ha mostrato sommo compiacimento in udire che qui si gode perfetta pace, a cui disse: tenevami certo che lei avrebbe qui fatto benissimo, che permettemmo di prendere anche il suo caro Noviziato.

Ho dato il merito a chi veramente s’appartiene, al buon Gesù ed alla dolcissima nostra Madre Maria, lodando ancora i Sig.ri Preposti a questo Istituto.


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Ho desiderato che tutte godessero un momento di sua presenza, ma si è fatto riguardo, perché nulla sapeva il Signor Conte Direttore.10

Hammi portato notizie delle mie carissime Catecumene di Padova. Egli ha ottenuto per la maggiore l’assegno di 60 centesimi al giorno. Della minore mi disse che la carina dice che starà contenta anche in prigione, se la porranno, purché la facciano cristiana.

Il Sig. Parroco11 di S. Pietro fu nella scorsa settimana da lui per sapere che cosa doveva fare con questa piccina che vuol entrare in convento. Gli ha detto di accettarla, sicurandolo che tratterà col padre di lei, da padre.

Oh bontà del mio Gesù! Frattanto che recitavo il De profundis, ebbi l’ispirazione di fermarmi in Padova quella mattina che dovevo essere in Mirano e Venezia; ciò per supplicare il Barone Delegato di proteggere quelle eroine, che tali si possono chiamare, perché lasciarono le ricchezze, le quali offuscano molte volte anche i cristiani ch’ebbero la fortuna di essere bambini battezzati.

Perdoni, buon Padre, la prolissità di questa, ma conosco la paziente sua carità.

Bacio rispettosamente sua sacra mano pregandola benedirmi

di Lei Umilissima Obbl.ma Aff.ma figlia

                             Suor Maria Rachele Guardini

Dal Conservatorio Zitelle – la sera 4 8bre 1852

 

A Monsignor ReverendissimoConte Rizzardo Balbi

Canonico ed Arciprete in S. MarcoVenezia




1 ASDR, reg. IV, pp. 19-20. Il patriarca Mutti nel settembre del 1852 aveva riconfermato il Balbi superiore dell’Istituto delle Dorotee: cf. docc. nn. 214, 216.



2 Fu emanato nel marzo 1851 ed approvato il 12-8-1851.



3 Cf. Regole, 1840, p. 23. Nelle disposizioni disciplinari interne dell’Istituto delle Zitelle, approvate il 10-1-1851 dall’I.R. Delegato G. Fini, n.7 si stabiliva: «L’educande saranno […] sistemate ed istituite secondo le discipline ed i metodi dell’Istituto di S.a Dorotea, e per conseguenza staranno sotto l’immediata dipendenza delle Suore del detto Istituto»: ASDR.



4 Antonio Zuccoli.



5 Corazza.



6 Madre M. Luigia Roberti (cf. lett. n. 1154).



7 Beggiora.



8  Pietro Aurelio Mutti.



9 Girolamo.



10  Filippo Nani Mocenigo.



11 Don Matteo Lorenzoni.






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