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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Stimatissimo Signore,1
Uno poco di riflessione di più mi avrebbe fatta capace di
conoscere che la lettera direttale ad ottenere il permesso per la Signora
Padovan meritava numero, perciò di essere protocollata.
Ringrazio la sua gentilezza, che ha
supplito per me. Ritengo poi che quel documento porterà il numero 510; caso
contrario, sua bontà mi faccia un cenno.
All’Astolfoni farò tenere copia
dell’accordatole permesso, coll’Ordinanza portante il N. 745, segnata il giorno
3 corrente.
Il Chitarin medesimo ha portato la
tela bleu; a lui ho fatto la ricevuta.
Con bel modo il Chirurgo ha preparato
la Tavelli2 ad essere trasportata. Egli mi ha proprio
sollevata di un gran pensiero, perché temevo qualche impressione nella
sofferente.
Dopo l’annuncio sono stata a
visitarla colla Gambalunga.3
Le abbiamo parlato dell’interesse e compassione di Lei a suo riguardo, e così
del Conte Direttore,4 come
dell’infermiera che le accordarono, e della buona disposizione di sollevarla
sempre che possono.
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Si è mostrata gratissima e
ringraziava il Signore. Ha inoltre fatto sentire il desiderio di avere quella
donna, che a lei si presenterà. La ho accertata che avevo per la medesima
scritto.
Oh quante benedizioni pioveranno
sopra la sua famiglia, per la carità di Lei! Sonomi compiaciuta ed ho
supplicato il buon Gesù con tutto il fervore della mia anima spargere le sue
benedizioni sopra di Lei ed amata famiglia, quando mi venne di leggere la
ragionata Ordinanza di regalare alle R.de Madri Cappuccine
trenta carra di legna nei tempi calamitosi, che puossi dire il dono di trecento
in altri tempi.
Ho pure goduto leggere l’Ordinanza
che mandò per i servitori della Nobile Contessa Mocenigo5 ed ammirai
nella stessa generosità di animo e libertà di spirito; sopra li due perni
accennati vedevo il suo operato.
Relativamente alla porta,6 della quale parlammo, io pure sento che non
sono mai troppi i riguardi nelle Comunità femminili, tuttavia in caso di
urgente bisogno, sempre io presente, credo sarebbe utile poterla aprire, ma le
chiavi sono alla Direzione; quando Lei creda, farò un regolare Rapporto.
Il nostro buon Dio la conservi, ch’io
lo prego, ed abbia buon effetto la dimanda introdotta a sua Maestà
l’Imperatore, e la contesa compisca: dei boschi.
La prego presentare miei affettuosi
saluti all’amabile sua Compagna, e buona Giuditta
di Lei Umilissima ed
Obbl.ma
Suor
Maria Rachele Guardini
Dal Conservatorio
Zitelle, il 13 Ottobre 1852
Allo Stimatissimo Sig. Antonio
Zuccoli – Venezia
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