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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Illustre
Contessa Protettrice,1
Ieri, appena mi sono dall’Eccellenza
Vostra tolta, subito ho scritto alla Nobile Dama Balbi,2 per ringraziarla di tante gentilezze a mio
riguardo; così domandavo l’ora che trovare mi dovevo nel tempio della Salute,3 nella certezza di poter oggi colà essere. Io
sarò in mezzo di tutte collo spirito, giacché lo vogliono le Eccellenze Vostre.
Ma non piacque al Signore che le Dame
Venete soffrano qualche censura per esercizio di umiltà, in avere nel nobile
consesso ricevuto una che piccola fu dal suo nascere, non portando essa nulla
di grande, fuori della carità di Gesù che venne a trarla dalla polvere colla
sua grazia, per avvicinarla più al suo amabilissimo Cuore.
Già in altra circostanza dissi a
Vostra Eccellenza che le sue bontà elettrizzano il mio spirito, e nella
cognizione di me stessa patisce gaudiosa la debole mia umanità, per forza di
sentire. Eccone una prova, nella sincera confessione alla Veneratissima Vostra
Persona, cui tanto Le sono divota.
Ieri sera mi stavo presso il
Santissimo Sacramento e pregavo di non permettere che si avessero le persone ad
illudere perché commossa ero del nuovo onore, che venivami Vostra Eccellenza e
la Nobile Dama Balbi impartendo.
Più tardi mi posi a letto ed un’ora
dopo un ardore febbrile - 336 -
mi ha tenuta svegliata nel corso tutto della
notte; così ho avuto tempo di pregare, come ho fatto e per l’amatissimo nostro
Imperatore, e sua Reale Famiglia, per tutte le contribuenti ed assistenti alla
Messa stabilita, e particolarmente ho ricordato quanto
V.E.. mi accennava ieri di particolare.
Questo motivo mi rende impotente a
ricevere l’onore offertomi, per cui ho stabilito soddisfare alla pietà loro,
col portarmi sabato prossimo nella chiesa della Salute, perché giustamente
scelta a ringraziamento di tanto beneficio, colà fare la Santa Comunione per tale scopo, ed
assistere a qualche Messa.
Se la bontà di Lei e della Nobile
Balbi vogliono concorrere coll’intenzione, io mi fermerò dalle otto alle nove e
mezzo; aiutata dalla soprannaturale carità di loro, avranno maggior effetto
anche le mie deboli preghiere.
Perdoni se tanto mi sono diffusa, ma
la supplico accettare questo come prova sincera di quanto io sento.
Sua gentilezza comunicherà, lo spero,
l’avvenuto alla Contessa Balbi, alla quale, ceduto il dolore di testa, scriverò
io stessa.
Frattanto mi pregio dirmi
dell’Eccellenza Vostra Illustrissima
Umilissima
Devotissima Obbligatissima serva
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto Zitelle
il giorno 4/4/1853
A Sua Eccellenza
La Illustre Contessa Lucietta
Mocenigo
Protettrice delle Zitelle, ecc. –
Venezia
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