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Capitolo IX. LA CASA DI BOLOGNA.
La qualifica di centrale, concessa
alla casa di Venezia, permetteva ad essa un’autonomia operativa, che cominciò a
produrre presto i suoi frutti.
In conformità all’ispirazione
originaria, l’Istituto poté estendersi in altre città con case filiali, per
promuovere la Pia Opera. Ci limitiamo ad accennare a quelle fondate
durante il governo di Madre Rachele.
Spinta dal suo grande zelo, ella
avrebbe voluto accogliere tutte le richieste, che le venivano rivolte da varie
parti; procedette, però, con molta prudenza.
Innanzitutto, non lasciava partire
le suore da Venezia, se non dopo adeguata preparazione. Il 25 ottobre 1841
scrisse a mons. Giovanni M. Teloni: « Noi poi andiamo adagiatamente aumentando di numero, ed abbiamo
varie ricerche per estendere l’Istituto, ma sono pigretta in condiscendere,
attesoché amo sieno ben vestite dello spirito necessario allo stesso, persuasa
che dipenderà da questo il ben essere loro, cioè l’aumento della gloria di Dio,
il vantaggio che sentir deve la società ».1
Esigeva, inoltre, che fosse
assicurato il necessario sostentamento, per non tentare il Signore.2
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Con cura seguiva le suore
delle case filiali, perché osservassero fedelmente le Regole, progredissero
nella perfezione e svolgessero la loro attività apostolica conformemente al
carisma dell’Istituto: promozione ed animazione della Pia Opera.
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