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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume I. LA VITA E L’OPERA.
    • Capitolo IX. LA CASA DI BOLOGNA.
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Capitolo IX. LA CASA DI BOLOGNA.

 

 

 

 

La qualifica di centrale, concessa alla casa di Venezia, permetteva ad essa un’autonomia operativa, che cominciò a produrre presto i suoi frutti.

In conformità all’ispirazione originaria, l’Istituto poté estendersi in altre città con case filiali, per promuovere la Pia Opera. Ci limitiamo ad accennare a quelle fondate durante  il governo di Madre Rachele.

Spinta dal suo grande zelo, ella avrebbe voluto accogliere tutte le richieste, che le venivano rivolte da varie parti; procedette, però, con molta prudenza.

Innanzitutto, non lasciava partire le suore da Venezia, se non dopo adeguata preparazione. Il 25 ottobre 1841 scrisse a mons. Giovanni M. Teloni: « Noi poi andiamo adagiatamente aumentando di numero, ed abbiamo varie ricerche per estendere l’Istituto, ma sono pigretta in condiscendere, attesoché amo sieno ben vestite dello spirito necessario allo stesso, persuasa che dipenderà da questo il ben essere loro, cioè l’aumento della gloria di Dio, il vantaggio che sentir deve la società ».1

Esigeva, inoltre, che fosse assicurato il necessario sostentamento, per non tentare il Signore.2


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Con cura seguiva le suore delle case filiali, perché osservassero fedelmente le Regole, progredissero nella perfezione e svolgessero la loro attività apostolica conformemente al carisma dell’Istitutopromozione ed animazione della Pia Opera.

 

 




1 Lett. n. 603.



2 Cf. lett. n. 608.






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