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191. Lettera del patriarca Monico al
governatore di Venezia.1
N. 104
Eccellenza
Mancandomi
le precise nozioni sullo stabilimento della pia Opera di S.ta
Dorotea in Padova,2 ho
dovuto procurarmele dalla Superiora di questa Casa matrice;3 ed essa mi scrive4 che l’istituzione di quella Casa filiale seguì
nel giorno 2 di ottobre 1841, previo il verbale assenso di quel
R.mo Ordinariato, comprovato dal qui annesso documento
originale; che la Superiora di quel tempo omise per allora d’invocare
l’autorizzazione civile, nella intenzione e fiducia di ottenere anche questa in
altro momento; che per altro avendone fatto cenno anche l’anno scorso a Sua
Altezza I.R. il Serenissimo Arciduca Viceré, ne ottenne le
più confortanti assicurazioni di patrocinio e favore; e che i mezzi di
sussistenza le vengono somministrati spontaneamente da alcuni Benefattori, che
invitarono l’Istituto in quella Città, e gli corrispondono quanto basta per un
frugale mantenimento, senza che altri ne senta il minimo aggravio.
Che se Mr
Vescovo di Padova trova utile, come asserisce, alla pubblica morale il detto
Istituto, come lo trovo anch’io a Venezia, e come lo trovano tutti quelli, che
l’hanno accolto nelle loro Diocesi, mi pare che nessuno meglio di Lui potrebbe
sanare le irregolarità, di cui si tratta, chiedendo che - 421 -
venga
riconosciuto, ed approvato dall’Autorità politica, e sorvegliandolo
immediatamente Egli stesso, o per altro qualificato ecclesiastico, da Lui a ciò
espressamente deputato; giacché nessuno gli contrasta, o gli ha mai
contrastato, come apparisce anche dalla lettera di Monsig. Arcip. Scarpa,
quella Superiorità, che a Lui solo compete, così in questa, come in ogni altra
religiosa e morale istituzione.
Riscontrato
così l’ossequiato Dispaccio 12 corr.e N. 176/ p.
restituisco a V. Ecc. gli uniti comunicati, e Le rinnovo le proteste della più
distinta mia stima e considerazione.
Venezia 26 Genn. 1847
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