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195. Lettera della Madre Sanfermo a don Luca.1
Viva il Cuor di
Gesù e di Maria
Molto Reverendo Padre
Le scrivo
questa mia acciò preghi e faccia pregare per l’Istituto per cui vedo che
andiamo molto male.
Prima di
tutto le significo che siamo senza confessore. Nuovamente ieri sono andata dai Padri
Gesuiti; questi non possono abbracciare la direzione.
Io non
credo prudenza di lasciarle andare alla loro chiesa per le dicerie incontrate,
come perdita di tempo, che in vero diventa più prezioso per la carestia in cui
ci troviamo.
Mi ricordo
ch’Ella disse che andassero in barca, ma questo non è possibile per la mancanza
dei mezzi.
Siamo pure
visitate con malattie e maggior pena reca quella del vaiolo.
Ho dato
cambio, con mio rincrescimento, a una di Cemmo, per liberarmi della Illuminata,2 la quale aveva dichiarato di non aver meco
confidenza; così ho dovuto mettere a Padova la Micheli,3 per la poca ubbidienza in quello venivale
comandato.
Le devo poi
recare un nuovo dispiacere che la Madre Assistente4 [ha] avuto
il permesso da Monsignor5 di far orazione, - 429 -
affine conoscere la
volontà del Signore. Finita poi la Quaresima, lui stesso diralle cosa dovrà
fare, perché disse che il Voto di stabilità era con Monsignore fatto fino a
tanto che l’Istituto fosse provveduto d’altra Superiora.
La poverina
ancora guarda il letto e sta soffrendo con molta pazienza. Monsignore pure da
qualche tempo trovasi ammalato, così anche la Neville.
Sento pure
continui lagni dalle Novizie per lo spirito legato della Madre Maestra.6
Lei può
immaginarsi la mia situazione. Mi raccomandi al Signore e mi creda
di
Lei Umilissima Figlia
Suor
Maria Rosa Sanfermo
Li 4 Marzo 1847
Dall’Istituto di Santa Dorotea –
Venezia
Al Molto R.do
Conte D. Luca Passi – Napoli
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