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232. Lettera
del card. Trevisanato a mons. Verzeri.1
N. 541/Sez. II
Illmo e Revmo Monsignore
In seguito all’avvenuta mancanza ai
vivi della Superiora Generale2 delle Suore di S. Dorotea, si presero dal
zelante e pio Superiore dell’Istituto D. Pietro Cagliaroli le opportune disposizioni
per devenire alla elezione della nuova Generale, secondo il prescritto dalle respettive
Regole.
La prima di queste disposizioni,
sebbene non richiesta dalle Regole stesse, fu quella di chiedere agli Ordinarii
dei Luoghi, nei quali si trovano stabilite le predette Suore, la loro adesione
all’atto di elezione di cui sopra: onde nel ricevere siffatta domanda, me ne
compiacqui veramente, dacché riconobbi in questo un atto di doveroso rispetto
ai Vescovi, alla cui giurisdizione sono soggette esse Suore, sebbene come dissi
l’atto medesimo non sia richiesto dalle Regole dell’Istituto, le quali
determinano che, avvenuta la morte della Superiora Generale, si raccolgano da
tutte le Case i fogli di nomina, e che quindi radunate presso le quattro Assistenti
tutte le Superiore Provinciali della Congregazione, sotto la presidenza di S.
E. Reverendissima il Patriarca di Venezia, o del Vescovo locale (sotto la cui
Diocesi fosse per tenersi il Capitolo) le Suore proposte siano messe a
scrutinio secreto, e quella che risulterà col maggior numero di voti favorevoli
venga eletta per Superiora. Più tardi ho rilevato che l’atto di cui sopra fu
saggiamente suggerito al Sacerdote Cagliaroli da V. S. Illma e Rma.
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Frattanto giudicando io che
possa essere di grande giovamento la elezione di questa Superiora Generale, non
solo per conservare nell’Istituto la unità contemplata dal benemerito Fondatore
di S.M., ma altresì per tenerne vivo lo spirito; per
mantenervi l’ordine ed il perfetto accordo; per raffermarvi la dovuta obbedienza3 delle Case filiali dalle rispettive Superiore Provinciali e di
tutte dalla Generale; ed infine perché all’uopo possano essere adottati quei
provvedimenti che fossero per avventura per qualche Casa della Congregazione
reclamati, o della determinazione4 ad altre Case di alcuno dei suoi membri, o di
altro genere, all’effetto salutare che il vantaggio della religiosa istruzione,
di cui è tanto sentito il bisogno particolarmente ai nostri tempi, e che forma
il primario scopo dell’Istituto delle Dorotee (vantaggio che per la grazia di
Dio è grande nella mia, e so essere in altre Diocesi)5 abbia ad
avere il maggior possibile incremento: ho trovato di dare ben volentieri per
mia parte la ricercata adesione, ed egualmente la diedero tutti i Vescovi, ai
quali fu indirizzata la stessa domanda, come mi consta dalle loro risposte, che
furono qui trasmesse dal Cagliaroli, e mi vennero rassegnate dal Superiore
locale,6 che fino dall’anno
scorso (per l’assenza del Cagliaroli da questa città) ho destinato alle Suore
di S. Dorotea da me dipendenti.
Di più, siccome il Capitolo per la
ripetuta elezione si terrà in questa Casa Centrale e Generalizia di Venezia, e
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la mia presidenza, così in attesa di simile adesione anche per
parte di V.S. Illma e Rma ho altresì visto ed approvate
alcune saggie Istruzioni, che lo stesso Superiore locale mi sottomise per la
regolarità dell’elezione da farsi, ed in conformità alle Regole dell’Istituto.
Disposte per tal modo le cose,
presentemente vengo a rilevare, che V.S. Illma e Rma, a cui
ultimamente il Rdo Cagliaroli rivolse all’uopo una nuova istanza, ebbe a
rescrivergli essere dolente di non poter aderire alla medesima.
Io non posso che rispettare i motivi,
pei quali la S.V. Illma e Rma, che dava al Cagliaroli il
suggerimento di cui sopra, ora cangiò consiglio: ma nello stesso tempo mi
permetto di sottoporre all’esimia di Lei saviezza, come dalla circostanza che
dovesse aver luogo qui la elezione della nuova Superiora Generale
dell’Istituto, senza che le Suore di Brescia e delle due Case filiali di
cotesta Diocesi in Cemmo ed in Castegnato che vi sono soggette avessero inviata
la loro nomina, potrebbe ragionevolmente derivare il grave danno, che le
predette Suore non avessero più7
a riconoscere la eletta Superiora, e che sciogliendosi quindi dall’obbedienza
della medesima, formassero una Casa a parte, la quale perciò essendo acefala, e
non avendo chi possa richiamarla al dovere, e disporre all’occasione8 dei membri che vi mancassero, e dei quali non fosse persuasa la
S.V. Illma e Rma; avessero poi queste Suore a dare a Lei
maggiori motivi di amarezza di quelli che per avventura9 Le muovono
a diniegare l’adesione surripetuta.
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D’altronde Ella ben vede,
che la elezione di cui sopra non potrebbe né omettersi né ritardarsi
ulteriormente, ora che gli altri Vescovi di comune accordo vi assentirono, e
che attendono di conoscere quella che verrà destinata a tale ufficio, come
l’attendono tutte le Suore addette alle numerose Case stabilite qui e in altri
luoghi.
Di più, non può sfuggire alla
penetrazione di Lei, che non venendosi alla elezione della nuova Superiora
Generale dell’Istituto, si porrebbe al pericolo l’Istituto stesso di essere
disciolto, con che verrebbe distrutta l’opera tanto salutare del benemerito suo
Fondatore, e che, se lascia per avventura desiderarli nelle Case a Lei
soggette, produce certo frutti di benedizione negli altri luoghi in cui si è
diramato.
In conseguenza di tutto ciò io oso
pregare la S.V. Illma e Rma a voler permettere che, a senso
delle Regole, anche le Suore di S. Dorotea soggette alla di Lei giurisdizione vengano
invitate a dare la nomina in discorso, ed a trasmettere qui i fogli relativi.
Ella mi farà poi cosa assai gradita,
se si compiacerà contemporaneamente comunicarmi in via riservata le proprie
eccezioni sopra quegli individui che non meritassero la piena di Lei fiducia,
le quali eccezioni mi serviranno di direzione, quando si radunerà il Capitolo
alla mia presenza per la elezione più volte detta; e per le quali, quando sarà
stata eletta la Superiora Generale, che secondo il disposto dalle Regole, terrà
la sua residenza in questa Casa Centrale di Venezia, essa Superiora potrà
devenire a tutte le necessarie misure, affinché sieno tolti di mezzo, com’è di
dovere, i motivi, per cui Ella non può chiamarsi soddisfatto dell’andamento
delle Case a Lei soggette, e ciò in riguardo così della
S.V. Illma e R.ma, come del bene e
prosperamento dell’Istituto.
Confido che la S. V. Illma e Rma,
ponderate le ragioni - 492 -
esposte, si compiacerà di assecondare la mia
preghiera, ed in questa dolce lusinga ho l’onore di riprotestarmi colla più
alta stima e distinta considerazione
di
V. S. Illma e Rma
Dmo
Affmo Servo e Confratello
† G.L. Card. Trevisanato Patriarca
Venezia Dalla Curia Patriarcale 30 Maggio
1868
All’Illmo e Rmo Mons. Vescovo di
Brescia
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