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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume I. LA VITA E L’OPERA.
    • Capitolo X. LA CASA DI PADOVA.
      • 1. Accordi per la fondazione
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1. Accordi per la fondazione

Per sostenere la Pia Opera, nel novembre del 1840 la Melchiori si recò a Venezia e chiese a Madre Rachele di aprire una casa di Suore Dorotee in Padova.3

Madre Rachele, che aveva molto a cuore quella città, aderì volentieri alla richiesta e si impegnò per realizzarla.

Il 21 novembre 1840 scrisse a don Luca: « In questo frattempo venne la Sig.ra Melchiori di Padova, colla quale sono di concerto che le darò al più presto possibile due Suore, affine d’incominciare in Padova la coltivazione della Pia Opera. Questo deve restar celato fino al momento, altrimenti anderà tutto a vuoto, perciò glielo raccomando ».4

Il 4 dicembre gli comunicò che, per la fine del mese, la Melchiori avrebbe avuto già pronta la casa; però le due suore non erano ancora disponibili. Lo pregava, quindi, di inviarle qualche giovane, che potesse occupare il posto delle suore destinate a Padova: « Ella conosce la città di Padova; può immaginarsi come stammi a cuore! Se costì si trovasse un buono spirito disinvolto, quando fusse educata e capace d’esser


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presto compagna alla Ziller, la riceverei, purché avesse la mobilia e pagasse il costo dei primi sei mesi, non potendo, senza questo, riceverla, attesa la mancanza dei mezzi; ma in tal caso venga subito ».5

Il giorno seguente, Madre Rachele assicurò la Melchiori di aver pregato mons. Balbi di scrivere al più presto all’arciprete della cattedrale di Padova, mons. Vincenzo Scarpa, per « combinar le cose con ordine ».6

Il 22 dicembre il Balbi non aveva ancora spedito la lettera. Madre Rachele, rispondendo alle sollecitazioni della Melchiori, la invitò ad aver pazienza: «Le opere di Dio si fanno per lo più a poco a poco ed hanno i loro principi molto ardui; il progresso difficile ed il fine potremo sperarlo felice, se ci procureremo, per mezzo della santa pazienza, le benedizioni del Signore ».7

Nel gennaio del 1841 Madre Rachele pregò don Marco: « Lei ricordi al Sig. Co. D. Luca di non determinare tempo per Padova, perché assolutamente sarei imbrogliata, non avendo individui adattati ».8

I contatti con la Melchiori proseguirono. Ci fu pure uno scambio di lettere tra mons. Balbi e mons. Scarpa.9

Finalmente nell’estate del 1841 fu stabilito il tempo per l’apertura della casa: agli ultimi di settembre o ai primi di ottobre.10


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Il 22 luglio la Melchiori informò Madre Rachele che il vescovo di Padova mons. Modesto Farina aveva voluto conoscerla e si era rallegrato per il progetto dell’apertura della casa.11

Il parroco don Andrea Troilo, rispondendo il 22 gennaio 1847 alla Sanfermo, che gli aveva chiesto informazioni circa la fondazione della casa in Padova,12 accenna ad un altro incontro con il vescovo nel 1841. Insieme con lui vi avrebbero partecipato Madre Rachele e la Melchiori, « onde avere la verbale permissione di stabilire l’Istituto e la Pia Opera » in Padova.13

Quando avvenne questo incontro? Il Troilo lo pone nel luglio del 1841, senza precisare il giorno. Dalle lettere di Madre Rachele non risulta tale incontro. Se il Troilo non fa confusione con quello del 13 ottobre 1841, quando le suore già erano a Padova, bisogna supporre che esso sia avvenuto tra il 9 e il 29 agosto.

Infatti, la Melchiori, scrivendo il 22 luglio di essersi recata dal vescovo che voleva conoscerla, non allude alla presenza di Madre Rachele. Se questa avesse incontrato il vescovo prima dell’8 agosto, vi avrebbe accennato nella lettera inviata a don Luca in quel giorno. Perciò, se un incontro vi fu, esso avvenne dopo l’8 agosto.

Il 29 agosto Madre Rachele scrisse a don Marco: « Mi raccomando alla sua carità, perché non restiamo imbrogliate pei Santi Esercizi, avendo stabilito il tempo che darò la Casa


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in Padova d’intelligenza con Monsignor Vescovo di colà ».14 Quindi erano già stati presi gli accordi con il vescovo.             Inoltre il 27 agosto Madre Rachele aveva comunicato a mons. G. Antonio Farina la notizia della prossima apertura della casa di Padova.15

Desiderando che la Melchiori vi si preparasse spiritualmente, la invitò a partecipare nella casa di Venezia al corso annuale di esercizi spirituali. Esso sarebbe terminato il 20 settembre con la rinnovazione dei voti; dopo, la Melchiori avrebbe potuto condurre con sé a Padova le due suore. L’invito venne accolto.16

Intanto, per la malattia del predicatore, il p. Angelo Taeri, si dovette rimandare di una settimana il corso di esercizi, che terminò il 28 settembre.17 Durante la cerimonia, officiata da mons. Balbi, emisero i voti quattro novizie e le suore li rinnovarono.18

Il patriarca Monico, che non aveva potuto parteciparvi, ricevette poi Madre Rachele, la Melchiori e le due suore destinate a Padova, Maddalena Ziller e Marianna Roberti; le benedisse e auspicò copiosi frutti alla loro missione.19

 




3 Il citato ms. « Breve storia... » riferisce: « La Signora Melchiori, che presa avea gran stima dell’Istituto, vedendo che l’opera si sarebbe ridotta a nulla, mossa dallo zelo e carità per il prossimo, si portò l’anno 1842 in compagnia del M.R. Par. Cheberle a Venezia e chiese ai R. Superiori, ch’erano il M. R. Padre Fondatore Conte Passi Sacerdote di Bergamo, e la M.R. Madre Rachele Guardini Lombarda, due Suore »: f. 1. La data del viaggio è inesatta. Esso avvenne nel novembre del 1840. Impreciso è pure l’accenno all’incontro, al quale non fu presente don Luca, che ne fu informato da Madre Rachele con la lettera del 21-11-1840 (cf. n. 390). Infine Madre Rachele vien detta impropriamente « Lombarda ».



4 Lett. n. 390.



5 Lett. n. 404.



6 Lett. n. 407.



7 Lett. n. 421.



8  Lett. n. 447.



9 Cf. lett. n. 499.



10  Cf. lett. n. 531.



11 Cf. lett. nn. 547, 548, 580. La lettera della Melchiori pervenne a Madre Rachele con molto ritardo, il 7 agosto (cf. lett. n. 547) o il 6 (cf. lett. n. 548). Ella ne diede subito comunicazione a don Luca (cf. lett. n. 547).



12 Cf. doc. n. 188.



13 Cf. doc. n. 187.



14 Lett. n. 562.



15 Cf. lett. n. 561.



16 Cf. lett. nn. 548, 558, 561, 563.



17 Cf. lett. nn. 565, 587.



18 Cf. lett. nn. 585, 587.



19 Di questa udienza vengono indicate date diverse. Nella lettera del 30 settembre (n. 594) si parla dell’udienza come già avvenuta; dovette quindi aver luogo il 30 stesso, oppure il giorno precedente. Invece secondo la lettera del ottobre (n. 595) l’udienza sarebbe avvenuta l’indomani, quindi il 2. Forse la data di questa lettera non è esatta ed indica piuttosto il giorno della spedizione. Crediamo infatti che la lettera sia stata scritta il 29 settembre, perché vi si legge che il giorno precedente (« ieri »), cioè il 28, si era svolta la cerimonia della professione. Pertanto l’indomani indica il 30. Così le lettere nn. 594 e 595 coinciderebbero nella data dell’udienza al 30 settembre. Nella lettera n. 596 del ottobre si dice espressamente: « Oggi ci attende sua Eminenza »; « Dimani [2 ottobre] partirò » per Padova. Appare quindi la divergenza con le lettere nn. 594 e 595 circa la data dell’udienza.






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