Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume I. LA VITA E L’OPERA.
    • Capitolo X. LA CASA DI PADOVA.
      • 4. Divergenze tra Teresa Melchiori e Madre Rachele.
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 226 -


4. Divergenze tra Teresa Melchiori e Madre Rachele.

Nell’agosto del 1844, l’atteggiamento della Melchiori turbò i buoni rapporti esistenti tanto da rischiare che le suore venissero ritirate da Padova.

Ella infatti reagì fortemente ai trasferimenti; si disse stanca dell’impegno assunto e decisa a « lasciare una scuola delle Suore ».

La risposta di Madre Rachele, secondo il suo stile, fu pronta, chiara e ferma: « Dilettissima, è veramente della nostra povera umanità il sentire la pena ed il piacere, ma non si può inoltre negare che le impressioni vengono modificate dalla ragione, nonché dall’amor di Dio.

Conoscendo adunque ch’Ella è mossa dalla carità in operando, non le spiaccia che un momento la trattenga con questa mia, onde schiarirle meglio quanto l’altro giorno ho detto facendole risposta ».

Spiegò che il trasferimento delle suore, oltre che un diritto, era un suo dovere, come aveva dichiarato prima ancora di mandare le suore a Padova.

Dinanzi al dovere nessun ostacolo fermava Madre Rachele. Ella provò dispiacere per l’atteggiamento della Melchiori, ma non ne fu intimorita. Con la sua consueta franchezza si mostrò disposta a richiamare le suore a Venezia, appena la Melchiori lo avesse desiderato e si fosse accordata con mons. Scarpa.

Precisò pure di aver dato prova di non essere affatto attaccata


- 227 -


ad interesse economico. Ogni volta, infatti, che aveva trasferito qualche suora da Padova, aveva dovuto provvedere al corredo, perché tutto logoro, « cosa veramente poco conveniente, mentre credo troverà Ella stessa giusto, se riflette, che abbiano le Suore ad avere diritto quello [che] abbisogna loro non solo di vitto, ma di vestito pure, avendo con Lei così trattato, anzi Le dico con tutta sincerità, non è possibile continuare nella stessa maniera».

Concludeva: « Mia cara, la prego non prendere in mala parte quanto scrivo, ma lo esamini colla sua saggezza, senza passione; persuasa sono [che]  ciò troverà ragionevole».56

In pari data (26 agosto 1844) informò mons. Scarpa, pregandolo di far sì « che, restando costì le Suore, venga loro rimesso il corredo che vanno consumando.

Sono persuasa che la Signoria Vostra Reverendissima troverà giusta questa mia dimanda, mentre non posso certamente continuare come finora venne fatto ».57

Anche la Melchiori soffrì per quanto era accaduto. Il 16 settembre Madre Rachele le scrisse: « Mi duole pure la sua pena in riguardo nostro, ma Ella stessa conoscerammi obbligata [a] parlare ».

Fin dall’inizio si sarebbe dovuto porre per iscritto quello che spettava alle suore; fidandosi, Madre Rachele le aveva concesse « bonariamente », ma per l’avvenire bisognava provvedere. Comunicò, quindi, alla Melchiori: « Ora sono necessitata pregarla disporre una carta, onde possa, quando avrò la consolazione [di] abbracciarla, vedere come si è intesa colle buone Monache di S. Pietro, affine conosca chi dovrà in avvenire


- 228 -


rimettere la roba che vanno consumando le Suore; inoltre chi dovrà sostenere le spese relative ad una malattia qualunque potesse nascere in esse Suore, mentre io sono ben disposta a cambiar l’individuo ammalato, ma in istato di poter fare il viaggio, senza soverchio incomodo.

Credo inutile assicurarla essermi penoso questo modo di operare, conoscendo Lei quale sia il mio cuore, nonché la mia brama di servire Dio, giovando al prossimo.

Il 24 corrente avremo tra noi Sua Eminenza. Godo in essere accertata ch’Ella pure sarà qui ».58

Evidentemente Madre Rachele voleva definire al più presto ogni cosa. Intanto, essendosi ammalata suor Maria Caterina Gavazzi, mandò per sostituirla suor M. Giovanna Laffranchi.59

La Zanolli propose di tenere, oltre alla Gavazzi che stava migliorando, anche l’altra suora. Però Madre Rachele, pur apprezzando l’offerta, non vedeva la necessità che entrambe le suore restassero a Padova, perché – con una migliore organizzazione del lavoro – poteva essere sufficiente una soltanto. Dispose quindi che, se la Gavazzi non si fosse del tutto ristabilita, rientrasse a Venezia.60

Per non arrecare disturbo alle monache, pregò l’arciprete don Emidio Foschini, che da Massa Lombarda doveva accompagnare due giovani a Venezia, di non farle pernottare nel convento di San Pietro: « Riguardo forse ingiusto, ma ch’io stessa faccio, affine non abusare di loro bontà ».61


- 229 -


Non sappiamo se la Melchiori sia stata a Venezia il 24 settembre, per la rinnovazione dei voti. Madre Rachele non vi accenna nella lettera, con la quale descrive a don Luca lo svolgimento della cerimonia.62

La Melchiori invitò Madre Rachele a trascorrere con lei il 15 ottobre, giorno del suo onomastico. Madre Rachele rispose che volentieri si sarebbe recata a Padova, se la salute glielo avesse consentito.63

Sembrava decisa ad andarvi, per proseguire poi per Lendinara,64 ma la morte di suor Luigia Faroni le fece rimandare il viaggio.65

Fu a Padova alla fine di ottobre. Vi portò le copie degli Annali e, nonostante la giornata piovosa, visitò la congregazione della Pia Opera nella parrocchia di Ognissanti.

Ritornata a Venezia per « una forte circostanza di carità », il 30 ottobre comunicò a don Luca che sarebbe andata di nuovo a Padova, per partecipare alla congregazione in duomo nel giorno dei Santi: « lo faccio tanto più volentieri, perché in questo momento il demonio aveva tentato distruggere quella poca semente.

Se ho voluto che l’opera continui, ho dovuto caricarmi del peso di mantenere le Suore colà vestite, nonché ammalate.

Come io fossi combattuta, Ella può figurarsi; ma ho posto la mia confidenza in Dio. Ei sa com’è ingiusta questa cosa, e sa inoltre che mi sono caricata per solo fine di vederlo


- 230 -


in quella sì pericolosa città glorificato dalle innocenti bambine ».66

Per la sua dirittura, Madre Rachele respingeva l’ingiustizia, ma lo spirito di fede e di fiducia in Dio le fece accettare di addossarsi quelle spese, pur di non compromettere lo sviluppo della Pia Opera in Padova e il bene spirituale delle fanciulle. Per la sua generosità venne così appianato ogni attrito.

Fedele alla promessa, « quantunque il giorno dei Santi fosse un gran tempaccio e la laguna sconcertata », Madre Rachele ritornò a Padova, per assistere alla congregazione della Pia Opera in duomo, e promise di visitarla ancora.

Prese pure l’impegno di ritornare l’8 dicembre, per la compagnia della parrocchia di S. Maria del Carmine.67

Il maltempo le causò una forte costipazione con febbre. Al ritorno a Venezia, dovette porsi a letto.68

Per la novena del Santo Natale del 1844, mandò alla Melchiori e alle suore di Padova i biglietti estratti per loro, accompagnandoli con elevati pensieri.69

Ogni volta che scriveva alle suore, dava loro saggi consigli per il progresso nella virtù. Alla Gavazzi, che le aveva accennato di non essere stata fedele ai propositi fatti, raccomandò di stare attenta alle piccole cose, per non cadere in mancanze gravi. Riflettendo sull’amore infinito di Cristo e sul dono della vocazione, avrebbe trovato la forza per vincersi.70


- 231 -


Anche dopo che il suo mandato ebbe termine, Madre Rachele continuò a seguire spiritualmente le suore di Padova e a fare loro qualche visita.71 Le aiutava pure a stendere i verbali della Pia Opera.72

 

 




56 Lett. n. 923.



57 Lett. n. 922.



58 Lett. n. 941.



59 Cf. lett. nn. 937, 939.



60 Cf. lett. n. 943.



61 Lett. n. 942.



62 Cf. lett. n. 948.



63 Cf. lett. n. 956.



64 Intendeva incontrare ivi delle aspiranti alla vita religiosa: cf. lett. n. 957. Vi si recò qualche settimana dopo: cf. lett. n. 983.



65 Cf. lett. nn. 964, 966.



66 Lett. n. 974.



67 Cf. lett. n. 976.



68 Cf. lett. nn. 980, 983.



69 Cf. lett. nn. 1000, 1001.



70 Cf. lett. n. 1050.



71 Nel giugno-luglio 1850 e nell’agosto 1852: cf. lett. nn. 1137, 1145, 1187. Proseguì ad assistere le neofite di Padova: cf. lett. nn. 1179, 1211.



72 Cf. lett. dell’11-11-1846 della Sanfermo alla Baroldi, ASDR.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL