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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume I. LA VITA E L’OPERA.
    • Capitolo XI. LA CASA DI CEMMO.
      • 6. Riconoscimento civile dell’affiliazione della casa di Cemmo all’Istituto di Venezia.
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6. Riconoscimento civile dell’affiliazione della casa di Cemmo all’Istituto di Venezia.

Il 30 novembre 1845 la Cocchetti inviò alla Madre Rachele le copie degli istrumenti riguardanti il legato della Panzerini. Le espose pure alcune questioni di carattere economico-amministrativo, chiedendo il suo parere.

Nella lettera leggiamo: « Mi sarei creduta che dal tempo da che partii da costì sino ad ora, avesse potuto seguire la voltura dei Sig.ri Ricci, in chi è presentemente al possesso del fondo, ma finora non si è fatto nulla, e quando questa seguirà, le spedirò nuova copia ».

L’accenno generico, privo di ogni indicazione, non consente di precisare a quale partenza si fa riferimento, se a quella


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dell’ottobre 1842, o ad un’altra successiva. Se nell’agosto del 1845 la Cocchetti fu a Venezia per i voti, potrebbe riferirsi a quella circostanza. In caso diverso, potrebbe esservi stato un viaggio nei mesi seguenti. Siamo però nel campo delle ipotesi!

Dalla stessa lettera apprendiamo che la salute della Laffranchi era migliorata, anche se di poco, e le educande erano diciannove.99

Come abbiamo accennato innanzi, nel 1842 Madre Rachele per l’apertura della casa di Cemmo aveva chiesto ed ottenuto l’assenso del vescovo di Brescia, mons. Carlo Ferrari;100 e a voce ne aveva anche informato l’I.R. Consigliere di governo e delegato provinciale di Bergamo, G.B. Bozzi.101 Non vi era stata, però, una regolare pratica per il riconoscimento civile di quella casa come filiale di Venezia. Di conseguenza, essa non poteva accettare donazioni, né costituirsi in atti pubblici.102

Alla fine del 1845, o all’inizio del 1846, la Cocchetti chiese formalmente a Venezia il documento comprovante la « legittima appartenenza od aggregazione della casa» di Cemmo all’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea in Venezia;


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e qualora tale documento non vi fosse ancora, pregava che si svolgessero le dovute pratiche.103

Il 29 aprile 1846 Madre Rachele rivolse all’arciduca Rainieri, viceré del Lombardo-Veneto, un’istanza per il riconoscimento della casa di Cemmo come filiale di Venezia.104

Il viceré, che conosceva bene Madre Rachele ed aveva sempre dimostrato benevolenza verso l’Istituto, avviò subito la pratica, con rescritto del 2 maggio 1846, n. 6025. « D’ordine espresso di S.A.I.R. » il viceré, furono interessati i vari Uffici, per i rapporti informativi.

L’8 agosto 1846, il delegato provinciale di Bergamo, G.B. Bozzi, nel comunicare a Madre Rachele di aver fatto la visita annuale alla casa di Cemmo, la informò pure che già da parecchi giorni era stato spedito al governo un rapporto favorevole all’affiliazione di detta casaVenezia.105

Benché i pareri fossero tutti positivi e caldeggiassero la pratica, tuttavia l’iter burocratico fu alquanto lungo, per l’acquisizione dei documenti e la trasmissione di essi dall’uno all’altro Ufficio.106

Con Nota n. 19858/2091 del 14 settembre 1846, l’I.R. Delegazione Provinciale di Venezia, d’ordine del governo, invitò Madre Rachele a presentare « sollecitamente il regolamento 


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disciplinare dell’Istituto».107 Ella il 25 settembre inviò una copia delle Regole del 1840.108

Il 28 settembre 1846 cessò di essere superiora, ma continuò a seguire le pratiche riguardanti l’eredità della Panzerini e l’affiliazione di Cemmo.

Il 10 novembre 1847 inviò al sig. Girolamo Costa la copia legale del testamento della Panzerini e « il Decreto di aggiudicatura dell’eredità », pregandolo di interessarsi della cosa.109

Ottenuta l’autorizzazione civile, il 19 aprile 1848 fu redatto l’Atto legale di affiliazione di Cemmo a Venezia, firmato da Michiele Wcovich Lazzari, rappresentante della Cocchetti assente, e da Madre Rachele Guardini.110

La Cocchetti espresse la sua formale accettazione dell’Atto il 7 maggio 1848.111 Due giorni dopo, ne chiese a Madre Rachele copia autentica, per potersene servire in caso di bisogno. La lettera concludeva: « Favorisca presentarmi doverosa al Deg.mo nostro Superiore Monsig. Balbi, alla Degnis.ma Madre Sup.ra, non che a tutte indistintamente di codesto Istit.o ».112

L’affiliazione regolarizzò a tutti gli effetti civili la casa di Cemmo, riconosciuta dall’autorità governativa come filiale dell’Istituto di Venezia. In quanto tale, dipendeva dalla superiora della casa centrale di Venezia.

 




99 Cf. doc. n. 162. La Cocchetti rilevava di non aver ricevuto lettere dalla Madre Rachele in quel mese di novembre. Vi erano state, dunque, nei mesi precedenti, ma non ci sono state conservate.



100 Cf. lett. nn. 632, 1103.



101 Cf. lett. n. 656.



102 Inoltre, nel testamento di Erminia Panzerini era espressa la condizione che l’Istituto educativo di Cemmo doveva essere incorporato, entro sei anni dal giorno della sua morte, ad altro Istituto approvato. Per difendere la validità del testamento di Erminia Panzerini, impugnato da alcuni suoi eredi, occorreva documentare legalmente l’avvenuta affiliazione all’Istituto di Venezia, che godeva di approvazione imperiale.



103 Cf. doc. n. 167.



104 Cf. lett. n. 1103.



105 Cf. doc. n. 179.



106 La documentazione relativa alla pratica è conservata in ASM, cartella Culto..., 1846-1847; e in ASV, I.R. Governo, Culto, Istituto delle Maestre di Santa Dorotea, 1845-1849.



107 Cf. doc. n. 180.



108 Cf. lett. n. 1108.



109 Cf. lett. n. 1119.



110 Cf. doc. n. 200.



111 Cf. doc. n. 201.



112 Doc. n. 202.






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