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9. La casa di Cemmo dopo la morte di don Luca.
Il 18 aprile 1866 don Luca morì a
Venezia, e il 28 di quello stesso mese mons. Verzeri scrisse alla Cocchetti: « Essendo mancato ai vivi il benemerito Fondatore
di codesto pio Istituto delle Suore di S. Dorotea, dobbiamo dichiarare a V. R.
che sino a che non avremo destinato un nostro rappresentante, in qualità di
Superiore Spirituale di codesta Casa, Ella debba, nel governo di essa,
dipendere in tutto direttamente da noi. Perciò ella non permetterà verun
cambiamento di soggetti, né ammetterà soggetti di altre case, ecc. senza nostra
espressa licenza.
Tanto le dichiariamo per sua norma,
e di cuore impartiamo a lei e a tutta la comunità la pastorale benedizione ».129
Come spiegherà lo stesso Verzeri, il
suo intervento era diretto a continuare l’esercizio della sua potestà sulla
casa di Cemmo, già iniziato anni prima. Infatti, per preservarla « dal guasto » del berzismo, aveva « dovuto emanciparla dalla Superiora di Brescia, e ordinare che sino
a nuova determinazione dipendesse direttamente dall’Ordinario ».130
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La lettera del Verzeri non
aveva, di per sé, il significato ed il valore giuridico di staccare la casa di
Cemmo dall’Istituto di Venezia, cui apparteneva come filiale.131 Di fatto, però, da quel momento essa iniziò il
cammino autonomo, che ebbe nuova spinta due anni dopo, in occasione della
elezione della nuova superiora generale dell’Istituto delle Suore Maestre di S.
Dorotea di Venezia.
Il 21 marzo 1868 si era spenta a
Brescia la Madre generale Marina Marini. Il Cagliaroli,132 superiore dell’Istituto, prese i provvedimenti
per l’elezione della nuova superiora.
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Anche per suggerimento di
mons. Verzeri, chiese agli Ordinari dei luoghi, nei quali erano case delle
Dorotee, l’adesione all’atto di elezione.
Essa venne data da tutti ad
eccezione del Verzeri. Il Cagliaroli gli rivolse allora un’altra istanza, alla
quale il Verzeri rispose di non poter aderire.
Intervenne, allora, il patriarca di
Venezia, card. Giuseppe Luigi Trevisanato,133 che il
30 maggio 1868 scrisse a mons. Verzeri.134 Questi rispose il 7 giugno 1868, confermando il
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rifiuto a permettere la partecipazione delle Suore Dorotee della sua
diocesi al capitolo per la elezione della nuova superiora generale.
Pur riconoscendo i vantaggi, che
l’Istituto avrebbe potuto avere « da un centro comune dal quale le singole case abbiano impulso e
direzione », pensava però « che l’Istituto eziandio delle Dorotee potrà
sussistere e fruttificare nella Chiesa secondo lo spirito ed il fine della
propria vocazione, quantunque non fosse governato da una superiora generale
finché questa non sia imposta dalla Santa Sede ».
Aggiungeva: « Niuno apprezza più di me le belle doti
apostoliche del compianto Fondatore il Conte D. Luca Passi; ma, o forse per
soverchia bontà di cuore meno accorto nella scelta dei soggetti, o gli mancasse
il tempo di occuparsene, è un fatto che sotto di lui, al quale io mi
abbandonava pienamente, invalsero in queste case di Dorotee di Brescia e di
Castegnato, massime pericolose, e vi ebbero ingerenza uomini immeritevoli di
fiducia. Tanto che per preservare dal guasto la casa di Cemmo ho dovuto
emanciparla dalla Superiora di Brescia, e ordinare che sino a nuova
determinazione dipendesse direttamente dall’Ordinario ».
Concludeva: « Col tempo io potrò non solamente permettere ma
altresì pregare che la Superiora generale, se sarà eletta, accolga queste mie case;
ma per ora non credo di potermi indurre ad ammetterle, se non dopo che avessi
ragguagliato la S. C. dei Vescovi e Regolari e avuto il sapiente consiglio di
Lei.
Il più a che mi potessi prestare
sarebbe di lasciare libertà di abbandonare questa Diocesi a quelle tra le Suore
Dorotee di Brescia e di Castegnato, che preferissero di entrare in qualche casa
dell’Istituto in altra Diocesi, per essere tosto governate dalla nuova
Superiora Generale che venisse eletta. Se V. E. - 281 -
trova nella sua saviezza
che io debba accordare questa libertà, mi farò un dovere di ubbidirLa. Questo
valga a testimoniarLe il mio dispiacere di non poter accordare di più, ed il
mio desiderio di potere in tutto ottemperare ai suoi voleri ».135
Da allora, sia la casa di Brescia
come quella di Cemmo proseguirono il loro cammino autonomamente, continuando
però a riconoscersi Suore Maestre di S. Dorotea fondate da don Luca Passi,
conservandone il carisma e le Regole.
Il 23 giugno 1923 la superiora di
Cemmo, Madre Antonia Ballerini,136 scrisse alla Madre Paolina Baldan,137 superiora generale dell’Istituto delle Suore
Dorotee di Venezia: « Come
sa noi Suore di Cemmo facciamo parte della famiglia delle Suore di S. Dorotea e
abbiamo sempre avuto le Regole - 282 -
della Casa Madre di Venezia. Ora
suppongo che nella Regola vecchia saranno state ultimamente introdotte
modificazioni e sarei contenta di poter avere una copia dell’ultima Regola
stampata. Gliela domando per grande favore che spero non vorrà negarmi ».138
La Baldan inviò la copia
richiesta.139 Il 7
agosto dello stesso anno la Madre Ballerini scrisse di nuovo alla superiora di
Venezia: « Approfitto della
carità che già mi ha dimostrato, per chiedergliene altre, pregandola di
perdono. So che nell’Istituto c’è un bellissimo Direttorio per le religiose, e
lo desidero tanto; potrebbe aver la bontà di spedirmelo perché ne possa usare a
vantaggio nostro?
Vorrei anche qualche libro adatto
per novizie [...]. Mi preme assai ripetere nella nostra Comunità le buone
usanze, gli indirizzi propri dell’Ist.o centrale di
Venezia, e tutto, che mi darà d’avviso per ciò, l’avrò carissimo ».140
La Baldan rispose: « Il Direttorio nostro essendo libro compilato
esclusivamente per noi non viene dato che alle Case religiose dipendenti dalla
Centrale di Venezia ».141
La Madre Aloysia Landriani,142 avendo deciso di ristampare - 283 -
la vita
del fondatore don Luca, nel febbraio del 1930 chiese alle Suore Dorotee di
Brescia, di Cemmo e di Lucca se avevano documenti, lettere o notizie di lui.
Il 16 febbraio 1930 la superiora di
Cemmo, Madre Nazzarena Maggiori,143 comunicò: « Con
molto rincrescimento devo risponderle che né io, né la Superiora che mi ha
preceduta nel sessennio, abbiamo potuto riscontrare delle note, riguardanti il
Veneratissimo nostro Padre Fondatore ».144
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