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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume I. LA VITA E L’OPERA.
    • Capitolo XV. LA CASA DI MASSA LOMBARDA.
      • 1. Preliminari.
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1. Preliminari.

A Massa Lombarda (Ravenna) della diocesi di Imola, nello Stato Pontificio, esisteva un conservatorio, denominato « Pio Istituto delle putte di S. Carlo ».5


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Il Foschini, « persuaso che le imprese non si affidano mai meglio se non a chi fa le cose per fine, e non per mezzo », pensò di chiamare le suore per « la istituzione delle fanciulle tanto desiderata e necessaria nel paese ».6

Con  il consenso degli amministratori, cercò un Istituto religioso e nel 1839 si recò anche a Roma, ma senza alcun esito. Finalmente nel 1843, tramite l’amico p. Baldassarre Santi,7 riuscì a mettersi in contatto con don Luca e don Marco, pregandoli di aiutarlo a realizzare il suo progetto.

La domanda trovò sollecito accoglimento in don Luca e Madre Rachele, sempre pronti a intervenire quando si trattava dell’educazione cristiana delle ragazze.

Ritornando da Roma, il 20 giugno 1844 essi si recarono a Massa Lombarda, per esaminare sul posto la possibilità di istituirvi una comunità di Suore Dorotee.8

Il 22 giugno 1844, nella canonica arcipretale, si svolse una riunione, alla quale parteciparono don Foschini, il presidente del conservatorio Filippo Cavina, l’amministratore Filippo Montanari, don Luca, don Marco, Madre Rachele e suor Maria Rosa Sanfermo.

Il risultato fu positivo; venne presa la decisione di aprire la casa e se ne stabilirono le condizioni.9


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Madre Rachele, per mancanza di soggetti, avrebbe voluto rimandare l’apertura di un anno e mezzo, alla fine del 1845 o all’inizio del 1846;10 nel frattempo due orfane, Maria Bandoli e Rosa Pirazzini, che intendevano abbracciare la vita religiosa, avrebbero fatto il noviziato a Venezia. Dopo diciotto mesi, sarebbero giunte a Massa Lombarda due suore dorotee per la direzione dell’orfanotrofio, l’istruzione delle fanciulle del paese e l’istituzione della Pia Opera.11

« Ma tanto dissero i deputati, e tanti bisogni mostrarono » che Madre Rachele accondiscese ad anticipare al settembre di quell’anno, dopo gli esercizi spirituali, l’invio delle due suore. Esse, poi, trovata una giovane « capace », l’avrebbero mandata a Venezia per il noviziato.12

Il presidente Cavina il 26 giugno inviò copia delle « condizioni13 per l’apertura della Pia Opera di Santa Dorotea » all’arcivescovo vescovo di Imola, card. Giovanni Maria Mastai Ferretti, che ne aveva fatto richiesta.

Don Foschini il 4 luglio 1844 spedì a Madre Rachele due copie del verbale della riunione del 22 giugno 1844, con preghiera di restituirgliene una, firmata da lei, da don Luca, da don Marco e dalla Sanfermo.

Egli informò Madre Rachele che l’arcivescovo vescovo di Imola aveva manifestato la sua consolazione e approvazione per quanto era stato stabilito; aveva, inoltre, esortato gli amministratori dell’orfanotrofio di Lugo a prendere una decisione simile.


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Il Foschini aggiungeva: « Tutto il paese à applaudito alla novella di questa provvidenza, ed è impaziente di vederla in esercizio. Immagini come stia io, e come stiano i miei Sigg. Colleghi. Le due zitelle stanno disponendo le cose loro, aspettando esse pure con impazienza il momento di partire ».14

La lettera del Foschini con il verbale e le condizioni per l’apertura della casa in Massa Lombarda giunsero a Venezia il giorno dopo15 che Madre Rachele gli aveva scritto (7 luglio), chiedendogli che nella « Carta per mettere nei registri » fosse specificato l’impegno dell’amministrazione dell’orfanotrofio di curare bene le suore, in caso di malattia, di provvederle di tutto il necessario e di rimborsare le spese dei viaggi non solo per accompagnare le orfane, ma anche per i trasferimenti delle suore stesse, che di regola venivano fatti ogni due anni.


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Madre Rachele esigeva che fosse tutto definito fin dall’inizio, onde evitare incomprensioni e inconvenienti, come si era verificato a Padova con la Melchiori.

Comunicò pure che avrebbe preferito spostare la partenza delle suore per Massa Lombarda al mese di ottobre; ma si disse ancora disponibile a concederle dopo la fine (21 settembre) degli esercizi spirituali.

Concludeva: « Per la terza giovane, di cui Ella mi parlava, credo alla mattina prima del mio partire, supposto abbia essa talento e disinvoltura, desidero sapere a quali condizioni brama venire [...]. Per carità, Signor Parroco, esamini bene la Rosa; quando non la credesse adatta, mandi piuttosto quella giovinetta, che tanto bene diceva Lei. Noi abbisogniamo d’individui, ma che sieno fermi di volontà, ed amino grandemente Iddio, e questo loro amore costantemente discenda sopra il prossimo ».16

Ricevuta la « Carta » di convenzione, Madre Rachele non la inviò a don Luca per la firma, volendo attendere la decisione degli amministratori dell’orfanotrofio sui due punti, che ella desiderava fossero chiariti.

Il 12 luglio comunicò a don Luca: « Qui tengo la carta, che essi devono sottoscrivere, ma non gliela spedisco, perché avevo prevenuto il Signor Parroco ed Amministratori delle dichiarazioni [che] abbisogna, per essere posta la carta nei Registri ».17


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Le richieste di Madre Rachele vennero accolte. Il 18 luglio il Foschini le rispose: « Riteniamo tutti che nelle spese di mantenimento delle due Madri si debban comprendere anche quelle che potessero occorrere in caso di infermità, e così che non solo il primo viaggio, ma tutti quelli che occorreranno in appresso esser debbano a spese del Pio Luogo ». L’autorizzò, quindi, a porre nella copia del verbale, se non fosse stata ancora spedita, un’annotazione che sarebbe stata ritenuta come obbligante.

La rassicurò riguardo alla Rosa Pirazzini; non gli era invece capitata la terza candidata, di cui le aveva parlato. Infine, le annunziò che si sarebbero recati a Venezia dopo il 21 settembre.18 Madre Rachele apportò l’aggiunta alla copia del verbale,19 la firmò insieme con suor Maria Rosa Sanfermo e la inviò a don Luca, pregandolo di trasmetterla sollecitamente a Massa Lombarda, dopo di averla sottoscritta lui e don Marco.20 Il 27 luglio ne informò il Foschini.21

Il 26 agosto 1844 il Cavina, don Foschini e il Montanari inviarono il verbale all’arcivescovo per l’approvazione.22 Questi la concesse il 4 settembre 1844, contento per la scelta dell’Istituto delle Dorotee, che riteneva « meritevole di tutta la stima », e lodò l’impegno degli amministratori.23

 




5 Il conservatorio era nell’antico monastero delle carmelitane, che « sorgeva accanto alla chiesa della Compagnia del Rosario, di cui resta il muro adiacente all’edificio con le cappelle laterali e il campanile. Molto esteso in lunghezza, è a due piani, con portale di tipo secentesco »: A.M. Matteucci-D. Lenzi, Cosimo Morelli e l’architettura delle Legazioni pontifice, Bologna 1977, p. 203.



6 Annali, cit., p. 199.



7 Cf. doc. n. 113 A.



8  Cf. Annali, cit., p. 200.



9 Cf. doc. n. 113 A.



10  Cf. lett. n. 861.



11 Cf. doc. n. 113 A; Annali, cit., p. 200; lett. n. 919.



12 Cf. lett. n. 861; doc. n. 113 A.



13 Cf. doc. n. 113 A, nota 3.



14 Doc. n. 112; cf. Annali, cit., p. 200; lett. nn. 890, 910. Animato dal desiderio dell’arcivescovo, il Foschini concepì la speranza che alla fondazione in Massa Lombarda potesse presto seguirne un’altra in Lugo. Ne scrisse a Madre Rachele (cf. doc. n. 112); ma non fu possibile, allora, aderire all’idea per mancanza di soggetti (cf. lett. nn. 882, 910). Il 27 luglio Madre Rachele scrisse al Foschini: « Ah potessi farmi a pezzi, che volentieri abbraccerei anche Lugo,  ma  in questo momento non è possibilevisitando l’amante Gesù  con  qualche indisposizione  anche  le Suore »: lett. n. 908. In seguito fu ripreso il discorso per Lugo. Il 23-3-1857 don Luca scrisse alla Marini: « Nella città di Lugo hanno ottenuto dal Santo Padre di cambiar un testamento per potervi mettere le Suore; ne abbisognerebbero due, una brava e una mezzana, perché una aiutante già vi è. Pensava se si mandasse Sr Scolastica; è una popolazione di 10m anime, vi sono più di 600 ascritte alla Pia Opera, vi si può fare un bene immenso; vi sono vicine tre altre case delle nostre. Che dite di Sr Scolastica? Vi scriverà anche la Madre G. [Generale]. Non bisogna lasciarla cadereimportante fondazione »: ASDR. Il 29-5-1858 comunicò alla stessa Marini: « Per Lugo intanto va in lungo, perché sono in questione »: P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., lett. n. 285p. 247. Di fatto quella fondazione non andò in porto.



15 Cf. lett. n. 908.



16 Lett. n. 874. Due giorni dopo, il 9 luglio, ripeté lo stesso pensiero                  al parroco di Cembra don Giovanni Fronchetti: « Noi abbiamo tante ricerche dell’Istituto anche nello Stato Pontificio, ma ci mancano i soggetti adatti. Quelle, che vogliono appartenere alla nostra Congregazione, bisogna che amino grandemente Iddio, ma questo loro amore deve discendere al prossimo, altrimenti non si ha niente »: lett. n. 882.



17 Lett. n. 890.



18 Cf. doc. n. 115.



19 Cf. doc. n. 113 A.



20 Cf. lett. n. 903.



21 Cf. lett. n. 908.



22 Cf. doc. n. 113 B.



23 Cf. doc. n. 113 C.






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