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1. Fedele collaboratrice.
Con l’elezione del 28 settembre
1846, fu chiamata a succederle suor Maria Rosa Sanfermo, che appariva la più
idonea. Ella infatti, oltre ad avere buone capacità, era stata fin dall’inizio
a fianco di Madre Rachele come assistente, maestra delle novizie e
collaboratrice nella diffusione della Pia Opera in Venezia. La sua elezione
avrebbe assicurato la continuità di governo, a tutto vantaggio dell’Istituto.
Madre Rachele ne fu molto contenta;
nutriva per lei stima ed affetto, e l’aveva preparata alla successione. Il
giorno dopo l’elezione, ne diede comunicazione al Farina: « Oh il bel giorno particolarmente per me! essendo
in quello eletta Maria Rosa Sanfermo a Superiora. L’anima mia gode veramente di
questa misericordia ».
Chiedeva, quindi, preghiere per la
salute della nuova superiora, perché potesse « giovare colla sua persona alla Congregazione
tutta ».4
La Sanfermo, qualche giorno dopo la sua
elezione, scriveva al card. Patrizi: «Confortami
molto avere la Madre deposta, in qualità d’Assistente. Dessa sicuramente nulla
ometterà di quello che potrà utilizzare le anime, o la Congregazione, tengo
questo certo, sì pella sua semplicità di operare, come pel desiderio che ha del
vero bene».5
Madre Rachele era la persona
dell’Istituto più nota alle - 367 -
autorità religiose e civili, perciò a
ragione, oltre agli uffici di assistente e direttrice della scuola, le venne
dato anche l’incarico di continuare a tenere i rapporti esterni e la
corrispondenza.6 Così ella
restò ancora un punto di riferimento per l’Istituto.
Con l’abituale dedizione si accinse
a svolgere i compiti che le erano stati affidati. Il 10 ottobre 1846 la
Sanfermo scriveva a don Luca: « La
Madre Assistente sta discretamente, continua [a] passar delle ore nella scuola
delle
maggiori; la presenza della medesima giova loro moltissimo ».7
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La fedele ed affettuosa
assistenza di Madre Rachele fu preziosa per la Sanfermo, che spesso ricorreva a
lei per consiglio.
Riferendosi alla Pirazzini, afferma:
« non mancai [di] abbattere la sua naturale
alterigia la quale tanto spiaceva e feriva il cuore dell’Assistente allora
Superiora ».8
Le suore, formate da Madre Rachele,
avevano di lei grande stima e le erano profondamente affezionate. La Sanfermo,
scrivendo ad esse, la ricorda sempre, ne dà notizie e aggiunge i suoi saluti. « Ricevete i saluti delle vostre sorelle, ma in
particolare dell’Assistente che vi prega ricordare a Dio la sua Mamma che morì,
essa pure brama le supplichiate da Dio la grazia per divenire una gran santa,
se ciò è conforme all’amabilissima sua volontà, non
desiderando altro su questa terra ».9
Avvalorava le sue esortazioni alle
suore, citando Madre Rachele. Scrive a suor Cherubina Padovan a Cemmo: « Dalla mano di Dio ricevete ogni cosa ed Egli vi
consolerà: questi sono anche i sentimenti di Monsignore come della Assistente,
che desiderano proprio [che] vi conformate alla volontà di Dio, affine
cresciate nel santo suo amore ».10
A suor Marianna Roberti (Massa
Lombarda) ricorda le raccomandazioni pedagogiche fattele, prima della partenza,
da Madre Rachele.11
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