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Viva il Cuor di Gesù
e di Maria!
Molto R.do Padre,1
Prima di tutto la disingannerò di avere
io tanto profittato nel carattere non essendomi mai esercitata per avanzare,
attese le altre mie occupazioni. Colei, che scrisse, è una di queste mie care
Figlie, la quale farà presto ad ottenere la patente.
Ho sentito con vero dispiacere che la mia buona Mamma2 sia stata obbligata a letto; ma godo intendendo che
ora stia bene. La prego di aversi riguardo, onde conservare la sua salute, che
così bene sa adoperare a vantaggio di tante povere anime.
Ella si appoggia male raccomandandosi alle mie orazioni; ma l’assicuro
che, quantunque indegna, io prego per loro e faccio tutti i giorni pregare da
queste buone Figlie.
Riguardo all’anima del Sig. Conte D. Luca, le dirò che fino dallo scorso
mese egli si trova a fare le Missioni a Savona, a Nizza ed a Menton; e da Nizza
mi scrisse in data dei 17 cor.te, dove mi annuncia che a
Savona, il giorno 11, il Vescovo3 di colà fece in due volte la
visita della Pia Opera a tutte - 61 -
le
Parrocchie, e trovavansi presenti anche le Suore di un nascente
Istituto,4 le
quali sono tanto infervorate che anderebbero anche in mezzo ai Turchi, quando
l’obbedienza glielo comandasse.
Il giorno 24 ho ricevuto una lettera dalla Maestra,5 che mi espose il suo
desiderio di qui venire. Io le risposi che provo consolazione di poterla
ricevere, nella speranza ch’ella si lascerà per mezzo dell’obbedienza
ammollire, come il fuoco arrende il ferro. Le feci anche conoscere che nulla
esigo di ciò che possibile non fia; ma che tutto voglio quello che può
accrescerla nell’amore di Dio e nelle virtù.
Nell’ultima mia6 le dissi che nulla avevo
ricevuto di denari lasciati da Sua Maestà, quando – il giorno 24 – venne il
Sig. Parroco dei Tolentini7 e mi portò 60
svanziche,8
avendo la commissione avuto a cuore cinque ragazze, che nulla contribuiscono
alle spese loro. Sia anche di questo ringraziato il Signore.
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Per carità, non si
dimentichi la mia Irene. Ho ricevuto lettera in data dei 18, ed aveva ricevuto
l’Estrema Unzione, e nulla più restava di speranza di sua vita.9
Le raccomando anche la povera anima mia; s’accerti che ne ho grande
bisogno.
Questa settimana farò il possibile onde eseguire col Sig. Console ciò che
Lei mi commise.10
Compatisca se le ho scritto in carta ordinaria, non avendone altra al
momento. Le bacio rispettosamente la sacra mano, pregandola di tutte benedirci
di
Lei Umilis.ma Dev.ma Serva ed indegna
Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Li 26 xbre 1838
T.p.
Venezia 28 Dec. – Vicenza 29 Dec.
Al Reverendo Signore
Il
R.mo Sig. D. Antonio
Farina
Professore di Teologia
Pastorale
Vicenza
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