1
Il reg. I delle trascrizioni delle lettere di
Madre Rachele inizia con questa finale di lettera. I primi fogli sono andati
perduti e non è possibile precisarne il numero, perchè manca la numerazione;
nelle citazioni la indicheremo tra parentesi quadre.
2 Si fa riferimento a
don Luca e a don Marco Passi, che avevano rapporti con quel monastero: cf. P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., lett. nn. 20, 91, 96, pp. 48, 106,
112.
3
Cf. lett. nn. 3, 6, 11, 15.
4 Luigia, figlia di
Giovanni e di Rosalinda Borca di Milano, a 24 anni entrò (13-2-1838) nel
monastero domenicano di Bergamo. Il 2 luglio vestì l’abito religioso e prese il
nome di suor Carolina Costanza. L ’8-7-1839 emise la professione solenne. Fu
maestra dell’educandato. Eletta abbadessa (23-4-1847), nonostante le difficoltà
per la rivoluzione e il colera, fece rifiorire l’osservanza regolare e la
pietà, avvalendosi della collaborazione del confessore del monastero, don
Maffio Consoli, professore di teologia dogmatica e canonico onorario della
cattedrale. Dopo 3 anni di superiorato, ebbe vari incarichi. Si spense il
7-11-1888. «Fu d’un naturale amabile quanto mai, di nulla davasi pensiero, ma
in tutto s’abbandonava nella Provvidenza Divina. Sempre eguale a se stessa
resse imperterrita alle più dure prove. Essendo entrata in monastero nei
primordi della repristinazione, né essendovi in quel tempo vita comune, fece
ogni sfono perché questa fosse abbracciata da tutte, e vi riuscì»: «Memorie storiche
cronologiche del monastero del Matris Domini in Bergamo dal 1835», ms., p. 31
(AMDB). Cf. «Registro delle Abbadesse di questo nostro Monastero del Matris
Domini principiato dopo la repristinazione del medesimo che successe il giorno
6 Aprile dell’anno 1835 », ms., n. V, pp. 6-7 (AMDB).
La Guardini, quando la Mangiagalli entrò nel monastero
di Bergamo, si trovava a Calcinate, presso la famiglia Passi, ebbe quindi modo
di conoscerla (cf. lett. n. 977). Nell’archivio di detto monastero non si
conservano lettere della Guardini.
5 Cf.
AA.VV., Monumenta
Bergomensia – LIV: Il Monastero Matris Domini in Bergamo, 2
voll., Bergamo 1980. È un’edizione pregevole per il contenuto e la veste
tipografica. ll vol. I illustra l’architettura, gli affreschi e le opere d’arte
del monastero; il vol. II tratta problemi storici. Il monastero fu fondato nel
1273 o, più verosimilmente, nel 1258 (cf. vol. II, p. 229). La tradizione
indica come fondatori i coniugi Zoilo e Francesca Beroa. Zoilo sarebbe entrato
nel convento di S. Stefano, prendendo il nome di Matteo o Maffeo; Francesca si
sarebbe monacata in Matris Domini (cf. ibid.,
p. 242). Il Chiodi attribuisce la fondazione al vescovo Guiscardo Suardi
(cf. ibid., pp. 244-245).
Il monastero ha subito varie vicende. È stato
ricostruito, ristrutturato ed ampliato. Il 19-6-1798 fu soppresso dalla
Repubblica Cisalpina e restò come uno dei «locali» destinati ad accogliere le
ex religiose, che non intendevano rientrare nelle proprie case. Fu ripristinato
il 6-4-1835 (cf. ibid,
pp. 290-298).
Mons. Marco Celio Passi, arcidiacono della cattedrale di
Bergamo e vicario generale della diocesi, ne fu direttore spirituale e
confessore: cf. ibid., vol. II, pp.
294, 318.
|