1
ASDV, a I. 301; ASDR, reg. I [p. 4].
2 Il 2-2-1839 don Luca
da Venezia scrisse al Farina: «Qui le cose sono sopra modo benedette. Si vede
l’opera del Signore. La Rachele non può far meglio. Siane benedetto il
Signore»: doc. n. 18.
3 Cf. doc. n. 17.
4 Pie Conversazioni sulla vita di S. Dorotea V. M., 2 voll., in 8°
piccolo, Venezia 1839, Tipografia Emiliana, pp. 274. L’edizione porta l’admittitur (27-2-1839) del patriarca
Monico. L’opera, uscita anonima, fu scritta da Anna Marovich, che ebbe per
scopo la gloria di Dio e il vantaggio spirituale dei lettori, in particolare
delle persone addette alla Pia Opera di S. Dorotea. Il patriarca Monico ne
inviò copia all’imperatrice, con la seguente lettera: «La pia Istituzione di
S.ta Dorotea si gloria di avere in Vostra Altezza Imp. R.
il suo primario ornamento e sostegno. È però dovere che tutto quello, che ha
qualche rapporto con questa Istituzione sia all’Altezza Vostra umiliato in
segno di ossequio. Tale appunto è l’Opuscolo testé uscito alla luce, che io mi
onoro di offerirle con questa, e che, come apparisce dal suo titolo, contiene
alcuni familiari trattenimenti, di molta utilità spezialmente per la gioventù
femminile, sulla Vita della Santa Verg. e Mart. Dorotea. Ciò poi che accresce
il pregio di questo libretto, si è ch’egli è opera di una nostra Giovane
veneziana, in cui a molta penetrazione di spirito si unisce la pratica di tutte
le virtù da essa raccomandate alle altre»: minuta in ACPV.
Il patriarca-ritenne utile la
lettura dell’operetta nelle riunioni delle cooperatrici della Pia Opera, ed
espresse il desiderio che « imparassero da Filotea ed Agnese a conversare fra
loro»: «Registro mensile delle Congregazioni per la parrocchia di S. Nicola da
Tolentino», p. 10. Cf. doc. n. 17.
5 L’arciprete don
Gaetano Greselin, in una casa messa a disposizione da una certa Chiara Piazza,
aveva istituito una scuola per le fanciulle povere; ma il funzionamento
lasciava a desiderare, mancando una maestra stabile e preparata. Per migliorare
l’istituzione e assicurarne la regolarità e la stabilità, il 6-9-1838 chiese
due suore al Farina. Questi promise (9-9-1838) I’invio delle due suore per il
novembre del 1839. Oltre al conveniente sostentamento e alloggio, chiedeva che
esse potessero sostenere la Pia Opera, cui erano tenute dal quarto voto. Nello
stesso giorno scrisse a Bortolo Scarpieri di Schio, pregandolo di seguire la
cosa, perché tutto si svolgesse secondo l’accordo. Scarpieri rispose il giorno
dopo, assicurando il suo interessamento. L’impresa fu sul punto di fallire,
perché parve che la proprietaria volesse destinare la casa alle Canossiane di
Venezia, presso le quali si era ritirata; si riuscì però ad attuare l’accordo:
cf. «Memorie storiche» dell’Istituto di Vicenza, 1838, cit., pp. 81-85. La casa
fu aperta il 19-11-1839, con Anna Veronese e Caterina Cola. Venne poi chiusa
nel 1847: cf. S. Rumor, L’Istituto delle Suore Maestre di S.
Dorotea, cit., pp. 112, 127-132, 173.
6 Redenta Olivieri.
7 Bisogna leggere
febbraio. Infatti Madre Rachele dice di spedire copia della lettera a lei diretta
il 28 gennaio dal patriarca Monico. Nella trascrizione la lettera porta la data
2 febbraio 1839: cf. reg. I [p. 4].
8 L’indirizzo è trascritto dal reg. I [p. 4].
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