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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • LETTERE 1839. 8 gennaio – 30 dicembre. nn. 18–220.
      • 29
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

A gloria del Signore e a di Lei consolazione, mi faccio dovere narrarle che il R.do Sig. Conte D. Luca restò soddisfattissimo dei progressi che si va facendo per mezzo dell’Istituto;2 anzi, per dargliene una prova maggiore, m’incombe di spedirle una copia della lettera, che mi diresse l’Eminentissimo Cardinale Patriarca.3 Io mi riconosco del tutto indegna e parmi sempre di nulla operare, quantunque senta un vero desiderio di ciò fare, ma il Signore benedice il poco, ed opera egli il molto.

Subito che sortiranno alla luce le Conversazioni di S.ta Dorotea,4 mi farò piacere a fargliele avere.


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Godo sommamente ch’Ella abbia accettato la Scuola di Schio,5 avendo piena cognizione del bene, che colà potranno fare. Favorisca presentarmi umilis.ma alla benignissima mia Madre,6 e mi saluti tutte le mie Sorelle.

Piena di stima ho l’onore di baciarle la sacra mano e dirmi

di Lei Umilis.ma Dev.ma Obb.ma Serva e Figlia

                           Suor M. Rachele Guardini


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Li 5 Gennaio7 1839

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. D. Antonio

Farina Professore di Teologia Pastorale

Vicenza8

 

 

 





1 ASDV, a I. 301; ASDR, reg. I [p. 4].



2 Il 2-2-1839 don Luca da Venezia scrisse al Farina: «Qui le cose sono sopra modo benedette. Si vede l’opera del Signore. La Rachele non può far meglio. Siane benedetto il Signore»: doc. n. 18.



3 Cf. doc. n. 17.



4 Pie Conversazioni sulla vita di S. Dorotea V. M., 2 voll., in piccolo, Venezia 1839, Tipografia Emiliana, pp. 274. L’edizione porta l’admittitur (27-2-1839) del patriarca Monico. L’opera, uscita anonima, fu scritta da Anna Marovich, che ebbe per scopo la gloria di Dio e il vantaggio spirituale dei lettori, in particolare delle persone addette alla Pia Opera di S. Dorotea. Il patriarca Monico ne inviò copia all’imperatrice, con la seguente lettera: «La pia Istituzione di S.ta Dorotea si gloria di avere in Vostra Altezza Imp. R. il suo primario ornamento e sostegno. È però dovere che tutto quello, che ha qualche rapporto con questa Istituzione sia all’Altezza Vostra umiliato in segno di ossequio. Tale appunto è l’Opuscolo testé uscito alla luce, che io mi onoro di offerirle con questa, e che, come apparisce dal suo titolo, contiene alcuni familiari trattenimenti, di molta utilità spezialmente per la gioventù femminile, sulla Vita della Santa Verg. e Mart. Dorotea. Ciò poi che accresce il pregio di questo libretto, si è ch’egli è opera di una nostra Giovane veneziana, in cui a molta penetrazione di spirito si unisce la pratica di tutte le virtù da essa raccomandate alle altre»: minuta in ACPV.

Il patriarca-ritenne utile la lettura dell’operetta nelle riunioni delle cooperatrici della Pia Opera, ed espresse il desiderio che « imparassero da Filotea ed Agnese a conversare fra loro»: «Registro mensile delle Congregazioni per la parrocchia di S. Nicola da Tolentino», p. 10. Cf. doc. n. 17.



5 L’arciprete don Gaetano Greselin, in una casa messa a disposizione da una certa Chiara Piazza, aveva istituito una scuola per le fanciulle povere; ma il funzionamento lasciava a desiderare, mancando una maestra stabile e preparata. Per migliorare l’istituzione e assicurarne la regolarità e la stabilità, il 6-9-1838 chiese due suore al Farina. Questi promise (9-9-1838) I’invio delle due suore per il novembre del 1839. Oltre al conveniente sostentamento e alloggio, chiedeva che esse potessero sostenere la Pia Opera, cui erano tenute dal quarto voto. Nello stesso giorno scrisse a Bortolo Scarpieri di Schio, pregandolo di seguire la cosa, perché tutto si svolgesse secondo l’accordo. Scarpieri rispose il giorno dopo, assicurando il suo interessamento. L’impresa fu sul punto di fallire, perché parve che la proprietaria volesse destinare la casa alle Canossiane di Venezia, presso le quali si era ritirata; si riuscì però ad attuare l’accordo: cf. «Memorie storiche» dell’Istituto di Vicenza, 1838, cit., pp. 81-85. La casa fu aperta il 19-11-1839, con Anna Veronese e Caterina Cola. Venne poi chiusa nel 1847: cf. S. Rumor, L’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea, cit., pp. 112, 127-132, 173.



6 Redenta Olivieri.



7 Bisogna leggere febbraio. Infatti Madre Rachele dice di spedire copia della lettera a lei diretta il 28 gennaio dal patriarca Monico. Nella trascrizione la lettera porta la data 2 febbraio 1839: cf. reg. I [p. 4].



8  L’indirizzo è trascritto dal reg. I [p. 4].






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