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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • LETTERE 1839. 8 gennaio – 30 dicembre. nn. 18–220.
      • 47
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Stimatissimmo Signore,1

La pregiatissima di Lei mi fu sommamente cara, avendo da quella inteso come il nostro arnabilissimo Sacramentato Gesù viene adorato dagli ascritti e dalle ascritte.

Ah! noi in Lui troveremo tutti i conforti e, lungi dalla fonte dell’amore, non gusteremo che affanni ed agitazioni.

Convengo con quelli che dicono che la strada, che conduce alla vita, è dura, ma io chiedo loro se quella dei mondani è forse meno pesante.

Ah, ingannati che sono! Riflettano pure, ma senza passione, a ciò ch’è meglio, e dovranno confessare, a suo dispetto, che il giogo del Signore è soave.2

Pare ch’io mi contraddica, ma non è così; duro è al nostro amor proprio il negar noi stessi, ed anche il doverci caricare della nostra croce, e questo è ciò che il nostro Maestro Divino ci comandò,3 ma viene addolcito dalla grazia celeste; ed è per questo ch’io dico che dovranno confessar esser il giogo del Signore soave; ma se una passione carnale giunge a far perdere non solo i sentimenti, ma Dio, quale forza non avrà il divino amore? Sì, egli è più forte che la morte.

Parmi d’udire qualche sua figlia dirle: ma come può un’anima dare le più vive dimostrazioni d’amore, indi cadere


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nei peccati, come fece la nota giovane4 che tante prove dava del suo affetto per Iddio?

Io rispondo loro così: ciò non è perché nell’amore abbia mancato la forza, ma bensì la giovane mancava delle disposizioni. Perciò io raccomando loro di vivere con timore e tremore, come ci esorta S. Paolo;5 riconosciamo proprio grazia del Signore se non cadiamo, attesoché da noi stessi non potremo che commettere dei peccati, e ciò per l’inclinazione che abbiamo al male, atteso l’originale colpa. Per difenderci adunque dal continuo pericolo, in cui ci troviamo di cadere, dobbiamo riconoscere la nostra miseria e la misericordia del Signore, che ci sorregge continuamente, così non ci dimenticheremo di orare onde metterci al sicuro.

Godo che tutti di sua famiglia sieno sani e prego il caro Gesù di tutti conservarli.

Piena di stima ho il piacere di dirmi

Umilis.ma Obbl.ma Sorella in Gesù

                                 Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 20 Marzo 1839

 

Allo Stimatissimo Signore

Il Sig. Giacomo Mantovani

Tirolo – in Arco

 

 

 





1 ASDR, reg. I [pp. 15-16].



2 Cf. Mt. 11,29-30.



3 Cf. Mt. 10,38; 16,24.



4 Cf. lett. nn. 37, 39, 44, 45.



5 Cf. Fil. 2, 12; lett. nn. 37, 45.






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