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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • LETTERE 1839. 8 gennaio – 30 dicembre. nn. 18–220.
      • 53
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Rever.do Padre,1

Anche quest’anno, per infinita misericordia di Dio, sono giunta al Giovedì Santo, ed ho la fortuna di poter anche in questi santi giorni visitare il Sacramentato nostro Gesù, senza sortire dall’Istituto.2

Io bramerei avere un cuor grande per corrispondere a tanta infinita bontà, ma troppo piccolo è il mio, e con troppa


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impressione sente quello che dovrebbe servire per renderlo vigoroso.

Deh, per carità, mi preghi, caro Padre, dal Signore la grazia di essergli fedele, acciò non divenga qual altro Giuda, che tanto beneficato dal caro Gesù giunse a tramare il più orribile dei delitti.

Oh, quanti mali commetterei, se Egli colla sua bontà non mi sorreggesse continuamente; io veggo proprio la sua mano sempre pronta per aiutarmi. Questo non è difficile che comprender lo possa la Sig.ria V.ra R.ma, che tanto bene conosce la miseria mia e gli impegni in cui presentemente mi trovo.

Colgo quest’occasione per desiderarle ogni benedizione per le Sante Feste Pasquali, ed una continuazione di giorni pieni, che di cuore desidero alla di Lei Sorella3 e Sig. Curato, nonché a tutta la buona popolazione di Calcinate.

Le bacio rispettosamente la sacra mano pregandola della carità di benedirmi

Umilis.ma Dev.ma Obb.ma Serva e Figlia

                            Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia [28] Marzo 18394

 

Al Molto Reverendo Signore

Lo Zelantissimo Sig. Preposto Fenaroli a Calcinate

Bergamo




1 ASDR, reg. I [pp. 19-20]. Giovanni Battista Fenaroli nacque nel 1779 a Tavernola (Bergamo) da Pietro e Margherita Foresti. Ordinato sacerdote (1802), insegnò in seminario. Fu parroco di Calcinate dal 1815 fino alla morte (12-6-1853). Istituì la Pia Opera nella sua parrocchia. Fu «Parroco amantissimo e vero esemplare di ogni sacerdotale virtù [...]. Il suo cadavere spirante ancora in volto graziosa la sua amabilità ebbe la visita di venerazione dei suoi dolentissimi parrocchiani, e di moltissimi dei paesi circonvicini che partivano consolati del portarsi seco pezzettino di abito che indossava»: registro «Morti dal 1847 al 1859», tav. 49, APC. «Il Funerale fu un trionfo. Quantunque le faccende […] della campagna non permettessero al popolo d’intervenirvi pure vi era quasi tutto. D. Marco Passi fece l’orazione funebre [...]. Vi saranno stati un centinaio di Sacerdoti»: «Diario di Matteo Passi…», cit., lib. III, 14-6-1853, f. 77r, APV. Fu tumulato nel cimitero S. Martino di Calcinate, nella cappella dei Passi. Nella lapide, posta sul muro esterno della cappella, si legge: «Benedite alla memoria / carissima indelebile / del dotto pio e mitissimo preposto / Giambattista Fenaroli / vero angelo di costumi / illustre ornamento del santuario / effuso padre dei poveri / che per anni 38 vostro pastore / fu la guida il conforto la gloria vostra». Ancora oggi viene ricordato con venerazione.

La Guardini, nel periodo trascorso a Calcinate presso la famiglia Passi, lo ebbe come confessore. Ubbidendo al suo consiglio, accolse l’invito di don Luca a divenire suora dorotea (cf. lett. n. 135).



2 Cf. lett. n. 51, 52.



3 Caterina, morta il 14-12-1847 all’età di 64 anni: cf. registro «Morti dal 1847 al 1859», tav. 8, n. 85, APC. La sua lapide si trova accanto a quella del fratello don Giovanni Battista sul muro esterno della cappella Passi.



4 Nella data non è indicato il giorno, però si può fissare il 28, perché in quell’anno il giovedì santo fu appunto il 28 marzo.






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