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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Sig. Conte,1
Io sono gratissima alla di Lei bontà,
che mi diede nuove di tutti della sua rispettabile famiglia. Godo sommamente
che tutti siano sani e mi consolò molto l’intendere che i cari ragazzini si
diportino bene. Egli è vero che le impertinenze dei piccoli figli sono per lo
più leggere mancanze, ma estirpate anche queste dai loro teneri cuori, trova la
grazia maggiore ampiezza per operare; così si trovano nell’adulta età virtuosi
senza fatica.
Quando la Sig.ria
V.ra Ill.ma si porterà in Milano, per
prendere l’umilissima di Lei moglie, favorisca presentarle i miei doveri, i
quali la prego di fare con Donna Teresa,2
e colle caris.me di Lei cognate.
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Mi spiace che la povera Livia non si trovi
contenta, ma la Sig.ria V.ra disse
benissimo, ella è in questo mondo, è
proprio vero che, fino che siamo nell’esilio, non troveremo mai pace fuori di
Dio;3 conviene adunque
abbandonarsi perfettamente in Lui. Egli molte volte permette che turbati
vengano anche i più santi desideri, acciò conosciamo la nostra miseria ed
insufficienza.
Riguardo alla mia salute devo
confessare di essere un carro rotto, ma contento; riconoscendo anche in questo
la bella volontà di Dio.
Favorisca presentarmi doverosa a
tutti di sua rispettabile famiglia ed abbracci per me i cari figli. Mi saluti,
la prego, tutte le donne di suo servizio.
Piena di stima ho l’onore di dirmi
Umilis.ma
Obbl.ma Serva
Suor
Maria Rachele Guardini
Venezia Aprile 1839
Al Nobile Signore
Il Sig. Co. Matteo Passi
Bergamo
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