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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Sia ringraziato il Signore, che mi dona questo giorno di poter così onorare il Santo suo Patriarca Filippo. Io prego la di Lei carità di volerlo per me invocare, acciò mi ottenga dal caro Gesù un poco di quell’amore di cui egli ardeva in questa valle di lagrime, perché come potrò accendere il fuoco del santo amore nelle ascritte alla Pia Opera, se io non arderò di questo?2 Ah, Padre mio, quante volte io sospiro nel secreto del mio cuore, per timore di forse non amarlo come conviene! Il vedere molte volte piangermi attorno delle buone creature, prese da una santa invidia dal bell’officio che esercito, cioè di eccitare gli altri ad amare il solo Bene, mi riempie di confusione; ma questa mi s’accrescerà un giorno, se non lo avrò molto amato. Ah, per carità, Ella non si dimentichi di raccomandarmi alla nostra cara Mamma Maria! Essa, che è la Madre del bell’amore, non saprà negarle questa grazia per me. Bramo solo che il mio cuore sia tutto acceso dell’amore suo, che è tanto dire di quello di Gesù. Ho goduto sommamente intendere dalla Sig.ra Direttrice Generale delle Figlie della Carità3 quanto gran bene ha fatto costì quel Padre Filippino, coi Santi Esercizi. Voglia il Signore Iddio conceder loro la grazia che tutte perseverino nei santi proponimenti, consistendo in questo la corrispondenza alla grazia. Le includo la stampiglia dell’unione al Sacro Cuore. Io ho azzardato a darle il giorno 12 di ogni mese, perché, avendo anch’io questo, possa avere in compagnia qualche anima, che risarcisse quest’amabilissimo Cuore per tutte le mancanze ch’io commetto. Favorisca salutarmi la buona Giovannina4 con tutta la sua famiglia. Le dica ch’io non so più che cosa sia, non solo della sua anima, che raccomando al Signore, ma neppure del suo corpo. Ho sentito con piacere che il Signore abbia dato un buono e zelante Parroco al Duomo.5 Lascio per non abusare della di Lei bontà, pregandola di benedirmi
Il
R.do Padre Gio. Batta Angeli – Trento
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1 ASDR, reg. I [pp. 33-34]. 2 Cf. lett. n. 62, nota 2. 3 Angela Bragato. Nata a Soave (Verona) il 7-4-1780, entrò (1808) nell’Istituto delle Figlie della Carità a Verona. Fu superiora nelle case di Bergamo e di Trento. Dopo la morte (1835) della fondatrice, Maddalena Gabriella di Canossa, fu vicaria della direttrice generale, suor Cristina Pilotti. Questa morì il 15-12-1835, 8 mesi dopo la fondatrice. Con rescritto del Papa Gregorio XVI (26-2 1836), la Bragato venne nominata direttrice generale e rimase in carica fino alla morte (24-4-1848). Fu stimata e amata per le sue virtù e capacità di governo. Sotto la sua direzione l’Istituto si consolidò e furono aperte molte case: cf. A. SERAFINI, Figlie della Carità, Canossiane, in Dizionario degli Istituti di perfezione, vol. III, Roma 1976, coll. 1532-1536. Nel suo carteggio con Bernardo Bolognesi e con la Canossa spesso vengono citati don Luca e don Marco Passi. 4 Giovanna Larcher. 5 Don Carlo Tonini. |
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