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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto
Rever.do Padre,1
Cosa sarà mai il Paradiso! Oggi, per
obbedire, sono stata a S. Marco, dove Monsignore2 mi ha fatta
entrare in una tribuna di Sua Eminenza,3 perché potessi gustare la glorificazione accidentale, che veniva
data al Corpo di Gesù, per mezzo della Processione.
Avrei voluto che tutto il mondo la
vedesse, perché risvegliava proprio il desiderio del Paradiso. Se una pittura
smorta della sua grandezza basta per beare l’anima, che sarà il possedimento di
Dio?
Oh santa Fede! e perché non sei
sempre nelle anime operativa? Dirò meglio: credo io che il motore di tutte le
cose sia Dio? Sì, eppure molte volte lo mentisco nell’esecuzione,
necessitandomi uno sforzo per seguire l’amabilissima sua volontà.
Io era penetrata da queste idee, per
cui sentivami struggere il cuore dal desiderio di compensare in avvenire almeno
in parte, con amore, le tante ingratitudini da me commesse.
Vorrei poterle descrivere così bella
funzione, ma la sorpresa, che ho provata, non mi permette, per timore di non
essere veritiera.4
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Ella conosce la vastità di Venezia e sa come è
ricca di Congregazioni e di Confraternite; perciò potrà farsene una piccola
idea. Queste erano riunite nella Cattedrale, portando seco tutto ciò che
avevano di bello.
Eranvi pure i Parrochi ed i loro
Sacerdoti Assistenti; i Regolari, non potendo pel voto di povertà presentare
ricchezze, avevano ornato con grande eleganza il Maestro Divino, e colla loro
umiltà personale edificavano il popolo.
Eranvi tutte le Autorità, cominciando
dal Governatore.5
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Io, presa da meraviglia, non sapeva esclamare
che: buon Gesù! e consolavami in vedere che coloro, i quali assistevano alla
Processione, la maggior parte mi sembravano penetrati dall’azione che
sostenevano.
Sua Eminenza ha funzionato, ed io mi
sono in quella più volte ricordata di Lei e della stimatissima sua famiglia,
per cui ho pregato il caro Gesù a volerli tutti benedire.
Per carità, non si scordino la povera
anima mia, ed in particolare in questa Sacra Novena dell’Amabilissimo Cuore
m’ottenga dal caro Gesù la grazia che il mio sia sempre occupato di Lui solo.
Oh allora sì che potrassi effettuare quella felice trasformazione, che fece
esclamare all’Apostolo: Vivo io, non più io, ma Gesù vive in me!6
Ah, Padre mio, quante volte in un
giorno geme l’anima mia, per timore d’illudere gli altri, nonché me stessa!
La ringrazio della pregiatissima di
Lei lettera. Mi fu caro anche il Sonetto dell’ottima Bisleri,7 e prego il Signore a conservarla alle sue
figlie.
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Oh come dice bene l’ultima strofa! Sì, sì
soffrire ed amare è necessario, per avanzare nella vita spirituale.
Quando scrive qualcuno all’amabile
Cattina,8 la
riverisca per me.
La prego presentarmi umilissima a
tutti di sua rispettabile famiglia, nonché ai R.di
Sacerdoti di Calcinate9 ed a tutte le mie Sorelle Congregate,10 così la prego ricordarmi colle donne di casa
sua.
Ho ricevuto lettera dal Sig. Co. D.
Luca, nella quale mi dice che partiva per Roma, onde godere un po’ di paradiso.11
Le bacio la sacra mano e la prego
della carità di benedirmi
di Lei Umilis.ma
Dev.ma Obb.ma Serva e Figlia
Suor Maria Rachele
Guardini
Venezia li 30 Maggio 1839
Al Molto Reverendo Signore
Il
Molto R.do Sig. Co. D. Marco Passi – Bergamo
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