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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Li 10 Giugno 1839
Molto Rever.do Padre,1
Eccomi a soddisfare al mio
dovere.2 La scorsa
settimana ho tenuto l’unione di S. Nicola di Tolentino, quella di Murano,
quella dei S.ti Apostoli e di S. Pantaleone.
Tutte trovai in buon ordine e
nell’ultima è stato concertato che, dovendo Sua Eminenza3 fare la
visita patriarcale alla Chiesa, si unissero tutte le cooperatrici della Pia
Opera, per presentargliela ben ordinata.
Ieri ho avuto la consolazione di
assistere 9 povere fanciulle, da noi istruite, alla loro prima Comunione, le
quali erano tanto infervorate che il cuor loro palpitava con grande veemenza,
per cui qualcuna più sensibile piangeva dirottamente. Furono anche ammesse alla
Cresima 8 altre giovanette.
Oggi ha esaminato la Dottrina; finita
la quale, intanto che Sua Eminenza si fermò a ricercare le giovani della Classe
adulte, abbiamo ordinato la Pia Opera.
Avevo apparecchiato il prospetto ove
Sua Eminenza potesse vedere tutti i drappelli delle Cooperatrici e fanciulle,
le quali tutte concorsero.
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Subito che lo ho veduto appressarsi a me, mi sono
inginocchiata; egli mi ha benedetta con le mie figlie. Poi gli ho presentato la
sud.ta carta ed il libro dove è scritto il succinto di ciò
che viene detto nelle unioni mensili. Egli ne lesse tre di queste, dimostrando
un vero piacere. Poi passò tutti i drappelli, interrogando le Sorvegliatrici ed
Assistenti.
Poi si congratulò col
Parroco,4 perché ha
dato mano a così bell’opera.
Dopo encomiò Maria Rachele la quale
nulla merita, ma che brama di vedere negli altri quel bene ch’ella non fa, e
che spera opereranno in avvenire le altre Suore.
E continuò il suo discorso
rivolgendolo alle cooperatrici le quali erano tutte contente.
Dato fine a questo, nuovamente si
consolò meco per averle trovate così ben disposte, e dimostranti il loro
piacere di cooperare alla riforma dei costumi. Sorprese poi intendendo da
Monsignore Balbi il numero grande che viene nell’orto la festa, e disse: questo
è un vero bene.
Il Parroco protestava mille
obbligazioni all’Istituto. Io l’assicuravo del nostro piacere di potergli
essere vantaggiose, e Sua Eminenza si compiaceva, e scherzosamente disse: « Il seppe bene approfittarsi e provvedersi di ciò
che la provvidenza divina le ha mandato ». E così diede fine alla visita.
Adoriamo e ringraziamo il Signore di
tanta carità che ci usa, e lei lo preghi con la mia buona Mamma5 e Sorelle acciò corrispondiamo a tanta infinita misericordia.
La Sig.ra
Economa,6 che si trova
presente a me in questo - 215 -
punto, m’impose di tanto riverirla, e Maria Rosa7 dice che mi accusi di avere privato il paterno di Lei cuore d’un
piacere maggiore, perché non ho saputo ben pingere la visita di Sua Eminenza.
Le bacio la sacra mano, e la prego
della carità di tutte benedirci
di Lei
Umilis.ma Dev.ma
Obb.ma
Serva
ed indegna Figlia
Suor Maria Rachele
Guardini
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