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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Illustrissimo Sig.
Conte,1
Non posso far a meno di esclamare
piena di confusione: oh infinita bontà di Dio, che dimentichi le mie cotidiane
colpe, per versare sopra questo povero Istituto le tue benedizioni!
Sì, Le dico con sincerità, illustre
Benefattore, ch’io mi conosco veramente indegna di essere stata dal Signore,
per sua infinita misericordia, scelta per un’opera così grande qual è quella di
cercare la salvezza delle anime, introducendo nel cuor delle fanciulle il
conoscimento e l’amore, per l’esecuzione dei doveri che appartengono a Dio, ed
anche di quelli che sono dovuti alla società.
Devo a gloria del Signore confessare
che veggo continuamente la benefica sua mano sorreggere la mia miseria ed
operare Egli ciò che atta non sarei.
Ella, Sig. Conte, ne prova gli effetti,
perché la sola grazia toccò il pietoso di Lei cuore a così generosamente
esprimersi, non solo colle 310 lire venete, che ha usato la carità di mandarmi
pel ristauro del luogo, ma offrendosi ancora in ciò che sarà necessario per
compierlo.2
Io non ho lasciato di subito mandare
tre fanciulle colle Suore all’esposizione del SS. Sacramento (che oggi abbiamo
in S. Nicola da Tolentino) facendo intenzione che tutte preghino per Lei.
Ella potrà anche ogni sabato della
settimana formar l’intenzione che vuole, assicurandola che, fintantoché il
Signore permette che io sia alla direzione di questo Istituto, farolle da - 234 -
tre delle più fervorose fare la S. Comunione, non
omettendo le cotidiane preghiere per l’accrescimento suo nel santo amore, nonché
per la sua conservazione.
Dimani verrà il muratore; quando mi
avrà dato il preventivo d’avviso per la riduzione della scuola, mi farò dovere
di mandarglielo prima d’incominciare,3 acciò non abbia ad avere il dispiacere d’aver forse abusato della
sua carità.
L’Angela
Pavan4 nonché la Teresa Giustina5 (dalla
Sig.ria V.ra Ill.ma
chiamata Diedo) hanno mostrato il più vivo contento, per avere avuto il bene di
poterla vedere; esse non si scordano mai di essere dalla carità
V.ra Ill.ma sostenute.6
Piena di stima e di rispetto, ho
l’onore di dirmi
Umilis.ma
Obbl.ma Serva
Suor Maria Rachele
Guardini
Venezia li 4 Luglio 1839
All’Illustre Signore
Il Signor Co. Francesco Revedin –
S.P. Mani
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