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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Sia ringraziato il Signore, che le ha
ispirato di scrivermi; avevo timore ch’Ella fosse ammalato. Ho letto la pregiatissima
sua a tutte le mie figlie, che si consolarono intendendo l’approvazione avuta
da Sua Santità per l’Istituto.2
Sì, sì lodiamone il misericordioso
Iddio ed a sola sua gloria dirolle che larghe benedizioni Egli versa sopra di
noi. Nell’altra mia Ella avrà inteso la moltitudine di ragazze, che alla festa
vengono all’Oratorio, indi passano la giornata nell’orto.3 Tra queste fui avvisata che quattro sorelle,
colla loro lingua, scandalezzavano tutto il vicinato.
M’accostai ad una delle maggiori, le
feci delle interrogazioni e continuai a farle conoscere la sua cattiva
situazione; aggiunsi cosa doveva fare per divenire buona. Si commosse la stessa
e, piangendo, mi pregò di riceverla, che verrebbe a scuola.4
Non sapevo cosa decidere, atteso i
pochi individui, che tengo atti a quest’officio, ed i molti impegni che ho;
quando, nello stesso momento, fui chiamata e vidi la madre di queste, che
piangente mi pregava di ricevere le sue figlie nell’Istituto, - 241 -
e raccontavami la loro maniera di vivere, per cui
venni a scoprire che la maggiore, avente l’età di vent’anni, non conosceva
esservi i santi misteri e per conseguenza non si era mai accostata ai santi
Sacramenti.
A questo disordine non seppi tacere,
rimproverai la madre per la trascuratezza sua, perché in Venezia non mancano
mezzi per venire istruiti, e poi assunsi di riceverle alla scuola.5
Subito si sparse voce che facciamo
questa. Concorsero molte madri ed in un momento n’ebbi venti; poi, continuando
a perorare altre, io non sapevo come fare per la ristrettezza del locale,
quando, una mattina, dopo aver ringraziato il Signore per la buona notte
concessami, vennemi in mente di scrivere al Sig. Co. Revedin.
Partecipai ciò a Maria Rosa,6 alla quale piacque il mio pensiero. Pure lasciai
scorrere qualche giorno per pregare, quando, il giorno due corrente,7 ho scritto allo stesso, pregandolo di farmi
sapere, col mezzo di sua sorella,8
come potevo - 242 -
fare a parlargli, avendo una cosa che riguardava
la gloria del Signore.
Egli, pieno di carità, il seguente
giorno si portò all’Istituto. Gli feci vedere la necessità che avrei di un
luogo grande, affine [di] ricevere le povere a scuola.
Vide egli com’erano ristrette nel
luogo, ove si trovano presentemente; bramò che gli mostrassi dove si potrebbe
formare la scuola.
Mi vergognavo di presentargli tre
locali rovinosi da ridurre in uno. Guardò bene, poi sorridendo mi disse: non ci
rovineremo per questo; e dimandommi se avevo fatto apparecchiare il preventivo.
Con semplicità risposi che non avevo
altro preparato che preghiera. Tosto mi diede ordine di far esaminare quale
sarà la spesa e fargliela sapere. Ma la sua carità non seppe differire un
momento; ritornato a casa, mi fece subito avere 310 lire, così esprimendosi con
lettera: « Mi fo dovere
trasmetterle questo denaro, acciò possa sollecitamente far ristaurare il
locale, da me visitato, nel fermo proponimento di somministrarle quanto sarà
per occorrere ».9
Un ingegnere ha fatto il preventivo
di 667 svanziche, per cui ho fatto chiamare un altro.10 In seguito le dirò il risultato.
Il giorno 30 Sua Eminenza11 mi ha mandato il libro della - 243 -
seconda
edizione della divota operetta a Gesù Redentore,12 annunciandomi amorevolmente (ed in modo da
confondere per la sua umiltà) che tutte le persone, che faranno il divoto
esercizio la terza domenica di luglio, acquisteranno indulgenza plenaria,
accostandosi ai SSmi Sacramenti.
Non so se le abbia partecipato che,
nell’ultima unione di S. Cassano, abbiamo determinato col
R.mo Sig. Parroco13 di solennizzare la Santa Protettrice della
Compagnia, cioè la Visitazione di S. Elisabetta, e, perché cadeva questa in
giorno di lavoro, restò fissato per ieri.
La chiesa era apparecchiata da festa;
i banchi messi al lungo della stessa e coperti di damasco; tra le Cooperatrici
e le fanciulle, capaci per la Santa Comunione, mi venne detto che ascendevano
al n. di 100; le altre fanciulline credo fossero 150.
Il Sig. Parroco ha celebrato e tenuto
un bellissimo discorso, il quale era finito, quand’io sono giunta; ciò per
essere stata ingannata dall’orologio, cosa che non mi è mai avvenuta.
Egli le ha comunicate ed altro
Sacerdote ha celebrato, intanto che facevano il ringraziamento, finito il
quale, ho distribuito alle Assistenti e fanciulle il regolamento di vita, e
mostravansi tutte infervorate.
L’altro giorno venne la giovane
Taverna,14 per fare
gli esami di terza Classe, ma un ordine governiale li vieta fuori di tempo;
così è disposta di entrare nell’Istituto e li sosterrà, quando sarà il tempo.
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Il R.do D. Agostinelli
dissemi di averle scritto cosa pensa per la fondazione di Bassano.
Ella vede, caro Padre, quanti motivi
ho per consolarmi; assicurandola esservi anche nell’interno dell’Istituto una
grande mutazione. Le Educande sono divenute agnelli e le Suore molto più
osservanti delle Regole; ma con tutto questo trovomi in un continuo malstare,
per cui la cura delle acque e bagni a nulla mi giova.
Parmi che, se venissemi permesso di
nascondermi agli occhi delle creature tutte, oppure di rinunciare la direzione,
starei meglio.
Ho bramato di scrivere a D.
Rigler,15 per
chiedergli un - 245 -
consiglio; e Monsignore16 risposemi
che non vuole, dicendomi che la volontà del Signore si manifesta ogni giorno
più chiaramente.
Devo pur confessarle che, per
obbedire, mi sento morire, per cui vittima mi offro continuamente al
Signore,17 che prego
d’aiuto, acciò adempia la sua santissima volontà.
Ah Padre mio! per carità mi
raccomandi anch’Ella al caro Gesù; è per me una gran pena il vivere in questo
modo; ma se questo è il volere di Dio, sono contenta di così stare anche per
tutto il breve corso di mia vita.
Lascio per non abusare della bontà
sua, pregandola di presentarmi doverosa a tutti di sua famiglia
Umilis.ma
Dev.ma Obb.ma Figlia
Suor
Maria Rachele
Guardini
Venezia li 8 Luglio 1839
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Luca Passi
Bergamo
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