Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume I. LA VITA E L’OPERA.
    • Capitolo I. IL CARTEGGIO DI MADRE RACHELE GUARDINI.
      • 2. Forma e contenuto delle lettere.
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 32 -


2. Forma e contenuto delle lettere.

Lo stile, non forbito, è quello del linguaggio familiare. Madre Rachele non possedeva una cultura letteraria superiore. Per la sua spontanea schiettezza, era portata ad esprimere con semplicità il proprio pensiero, badando principalmente alla sostanza.

La forma non appare sempre corretta, specie per quanto riguarda l’uso delle parole, gli articoli, i pronomi e la punteggiatura.


- 33 -


Spesso le virgole sono fuori posto e, invece del punto fermo si trovano i due punti. Perciò il periodo risulta talora pesante per la lunghezza ed il susseguirsi di incisi.

Ricorrono parole ed espressioni del dialetto veneto che, se danno una nota di colore al testo, indicano però la fretta nel redigerlo e la mancanza di tempo per rivederlo.

Alcune volte Madre Rachele dovette scrivere più lettere nello stesso giorno, mentre era tutta presa dai molteplici impegni all’interno e all’esterno della comunità.

Spesso si scusa del ritardo nello scrivere, dovuto alle occupazioni,13 a stanchezza,14 a malattia,15 a male di testa,16 o degli occhi.17

Benché indisposta, talora scrive dal letto.18 Frequentemente era costretta a curare la corrispondenza epistolare di sera o di notte, «prima di pormi a letto»,19 mentre era «aggravata da sonno»,20 sottraendo così ore al riposo. Quasi tutte le lettere dal conservatorio delle Zitelle sono scritte di sera tardi.

In una leggiamo: «Ora suonano le undici; ritorno d’aver visitato tutte. Le giovanette dormono saporitamente


- 34 -


senza affanno. Questo mi lusinga che dimani staranno bene».21

In un’altra scrive: «Sono già suonate le dodici pomeridiane; sentomi stanchetta, ma non so pormi a riposo senza scriverle due righette».22

Quante volte, dopo una giornata vissuta con ritmo intenso, dalla sua penna escono espressioni commoventi! «Lascio, perché sono stanca»;23 «Continuerei volontieri, ma sento l’applicazione»;24 «Lascio, perché i miei occhi dicono basta»;25 «Lascio, perché i miei poveri occhi non permettono ch’io più continui»;26 «Direi di più, ma Maria Rosa non vuole che più scriva».27

Soltanto chi, per ragione di ufficio o di ministero l’ha sperimentato di persona, può comprenderla!

Madre Rachele non ebbe una segretaria e scrisse di suo pugno le numerose lettere. Ricorse ad altra mano, quando vi fu costretta da malattia o da disturbi della vista, e lo dice espressamente.28

Anche in quei pochi casi, non si limitava a dare il pensiero, ma dettava la lettera, che era sua nel contenuto e nella forma.


- 35 -


La scrittura di Madre Rachele, minuta e un po’ inclinata, è chiara e leggibile.

Per le lettere del 4 e del 19 dicembre 1838 (nn. 14, 16) al Farina, Madre Rachele si era servita di altra mano, forse per il mal di testa di cui cominciò subito a soffrire a Venezia.29

Il Farina rilevò il progresso fatto nella grafia. Ella però gli rispose: «Prima di tutto la disingannerò di avere io tanto profittato nel carattere non essendomi mai esercitata per avanzare, attese le altre mie occupazioni. Colei, che scrisse, è una di queste mie care Figlie, la quale farà presto ad ottenere la patente».30

Confrontando gli originali dal 1838 al 1853, si nota realmente un notevole progresso nella grafia. Madre Rachele riuscì a compierlo per la sua tenacia di volontà.

 

Destinatari delle lettere furono cardinali, vescovi, sacerdoti, suore, religiosi, autorità civili, familiari, amiche, benefattori.31

Maggiore è il numero delle lettere a don Giovanni Antonio Farina (146) e a don Luca Passi (109).

 

Il contenuto, per lo più, riguarda la trattazione degli affari della casa di Venezia e dell’Istituto. Perciò le lettere, specialmente dal 1838 a tutto il 1846, costituiscono una fonte insostituibile per lo studio dei primi passi dell’Istituto,


- 36 -


del suo sviluppo, della sua spiritualità ed attività apostolica.

Grande è pure il valore biografico delle lettere. Esse ci fanno conoscere il secondo periodo della vita di Madre Rachele e ce ne svelano la ricchezza interiore, l’umanità, le doti naturali, la nobiltà e delicatezza di sentimenti, la pietà, l’insigne grado di virtù e l’ardente zelo.

Sono sempre soffuse di profonda fede e di vivo amore. Anche in quelle di ordinaria amministrazione o di semplici saluti emerge un’alta ispirazione spirituale.

Non poche sono veri documenti di profonda spiritualità, che suscitano ammirazione.

Esse infatti sono il frutto non di uno studio – abbiamo detto che ella non ebbe una cultura superiore – ma della «sapienza», che le veniva dalla vita interiore, dalla comunione con Dio e dalla contemplazione, alimentate dalla preghiera e dalla meditazione della divina Parola.

Con tutta verità può dirsi di Madre Rachele: Os loquitur ex abundantia cordis!

Non ci è stato conservato il suo ritratto; nelle lettere possiamo scorgere il profilo della sua vita spirituale e l’intensa sua opera a servizio di Dio, della Chiesa e dell’Istituto.

 

 




13 Cf. lett. nn. 48, 159, 295, 538, 543, 548, 581, 596, 788, 1167, ecc.



14 Cf. lett. n. 1167.



15 Cf. lett. nn. 41, 205, 283, 470, 477, 553, 563, 583, 610, 773, 787, 804, 983, 1029, 1038, 1045, 1051, 1079, 1162, ecc.



16 Cf. lett. nn. 174, 785.



17 Cf. lett. nn. 256, 642, 647, 660, 785, 1059, 1100, ecc.



18 Cf. lett. nn.469, 608, 796, 797, 1139.



19 Lett. n. 1146; cf. lett. nn. 1167, 1199, 1201, 1212.



20 Lett. n. 1150; «Sono come i bambini tutte le sere assonnata; e veramente questo momento pure, se il cuore non facesse sostegno ai miei occhi, si chiuderebbero senza fatica»: lett. n. 1190; cf. lett. n. 1167.



21 Lett. n. 1207.



22 Lett. n. 1209.



23 Lett. n. 558; cf. lett. n. 562.



24 Lett. n.622.



25 Lett. n. 642.



26 Lett. n. 680; cf. lett. nn. 695, 773, 1135.



27 Lett. n. 86; cf. lett. n.238.



28 Cf. lett. nn. 620, 774, 792, 793, 794, 799, 801, 802, 809, 956, 957, 959, 960, 961, 962, 967, 1026, 1031, 1032, 1033, 1058, 1059, 1078, 1099, 1100, 1110, ecc.



29 Cf. lett. n. 12 (5-11-1838).



30 Lett. n. 17 (26-12-1838). Molto probabilmente si tratta di M. Benedetta Aprile.



31 Cf. l’indice alfabetico dei destinatari.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL