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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Illustris.mo Sig.
Consigliere,1
So che i sentimenti dell’amicizia
nulla ponno sopra il cuore di quelli che usare devono giustizia, pure non si può
negare che dall’essere, l’amministratore di questa, in cognizione di certe
circostanze o no, dipende molte volte il buon effetto delle cause.
Lo scorso mese, fui obbligata
d’intraprendere un viaggio pel Tirolo. In quell’occasione ho veduto la
Sig.ra Bertolini, vedova di Cles, colle due giovani
Tamanini di qui, e raccontommi il loro dolore, per la violenza che i genitori
usano per avere presso di loro queste figlie.2
Dissemi anche di aver presentato una
supplica, onde essere dispensate da questo preteso dovere.
Sembra ingiusto, a prima vista,
questo modo di operare delle figlie, le quali contente sono di vivere presso
alla Sig.ra Bertolini, che niun legame tiene di parentela,
piuttosto che unirsi ai genitori loro; ma esaminando bene la cosa, si deve
confessare che pensano saggiamente, perché nella pia Signora riconoscono
l’essere in cui si trovano, attesoché i genitori loro le avevano abbandonate in
quella età che il bisogno era più urgente; per cui la sola carità mosse il
cuore della pia Bertolini a prenderne cura.
Vuole dunque la gratitudine che
riconoscenti sieno a - 385 -
tanta bontà usata loro, di più che la età loro
abbisogna ancora di aiuto, e presso i loro potrebbero perdere, piuttosto che
acquistare della virtù.
Commossa dalla loro situazione, oso
far conoscere alla Sig.ria V.ra
Ill.ma il danno che potrebbe venirne a queste povere
fanciulle; che confessare devesi che i loro genitori sembrano volerle non per
affetto, ma col fine di percepire del poco che loro venne donato in denari dal
defunto marito della nominata Signora, per cui, consumati, resteranno le
poverine senza sovvenimento.
Nulla sa la
Sig.ra Bertolini, né le giovani Tamanini, di questo ricorso
ch’io faccio a Lei, per cui la Sig.ria
V.ra Ill.ma deve concepire che l’unico
motivo, che a questo mi ha spinta, è la carità.
Piena di rispetto ho l’onore di dirmi
Umilis.ma
Serva
Suor
M. Rachele
Guardini
figlia di
Bortolo da Lei tanto amato
Dall’Istituto di S. Dorotea a S. Andrea
Venezia li 2 9bre 1839
All’Illustre Signore
Il Sig. Consigliere Antonio Serafini
Venezia
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