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Viva il Cuor
di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Sia benedetto Iddio che ha scritto in
Trento, per consolare quelle anime desiderose di porsi al servizio del
Signore.2 Ella dunque
preghi lo Sposo celeste, acciò lo spirito suo vinca l’infernale nemico.
Qui, caro Padre, troverà l’ultimo
metodo esteso per le Adoratrici, ed anche la maniera di assistere al Santo
Sacrificio.3 La di
Lei carità lo esaminerà e compirà l’opera che il Signore Le ha ispirata.
Riguardo all’Istituto nostro, io non
posso che, a confusione mia, dirle che il benedetto Signore benedice le opere
della più indegna tra le sue creature. Tanto le Suore che le novizie
corrispondono alla loro vocazione ed alle abbondanti grazie che il
misericordioso Iddio versa sopra di loro. La buona Teresa4 dissemi
significarle che vuol proprio farsi santa.
Riguardo alle ragazze, una qualche
volta, dimenticano i loro doveri, ma avvertite sono docili. Questa è una grazia
grande che ci fa Iddio.
Flavia5 conserva il
desiderio di entrare nel gran mondo; - 393 -
io vado
sempre tenendola lusingata con ragioni, le quali saranle utili anche sortita
dall’Istituto; ho però pregato suo padre, acciò voglia darsi pensiero, affine
di non tenerla in violenza.
La Tonina è buona e, se avesse
costanza nel pensiero, si potrebbe metterla nella prima prova, ma non si può
fidarsi; perciò attenderemo quello che manifesterà il Signore in avvenire. La
Serafina è ricaduta, però sta meglio.
A Bassano non ho preso impegno per le
povere, ma restammo d’accordo con D. Andrea6 che apparecchi un locale apposito, perché il
Decreto parla chiaramente dell’educare le indigenti, perciò è buono tenere
disposte bene le cose, onde non avere al momento dispiaceri.7
Per la Silvestri di Terzolago mi è stato
parlato, ma l’assicuro che ne ho vedute più di 20 vogliose di meco venire, ma
capaci pel nostro Istituto poche, anzi pochissime si trovano.
L’Adelaide Maffei, prima di giungere
a Venezia, mi accusò un dolore. Subito qui giunta, fu visitata e le si applicarono
le mignatte; ma al dolore unisce la tentazione della dispiacenza d’essere lungi
dalla sua famiglia, per cui non so se sarà capace di superarla. La stessa
chiesemi di rimpatriare al venire della Baronessa Cristani,8 e vorrebbe ritornare la prossima primavera. L’ho accertata che, se non resiste
presentemente alla tentazione, non saprà superarla in altro momento.
Io continuo, per misericordia di Dio,
ad avere grandi desideri ed opero quello che mi viene concesso.
Ella, caro Padre, preghi il santo
amore, acciò tutta mi consumi del suo fuoco.
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Piena di rispetto le bacio la sacra mano, e la
prego di benedirmi
Umilis.ma
Dev.ma Obb.ma
Serva
e Figlia
Suor Maria Rachele
Guardini
Venezia li 9 9bre 1839
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Marco Passi
Bergamo
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