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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • LETTERE 1839. 8 gennaio – 30 dicembre. nn. 18–220.
      • 182
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182

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Questa mattina sono stata da Monsignore,2 il quale mi ha annunciato che gli è venuta una lettera dal Sig. Vimercati3 di Crema, dove dice essere dalla Sig.ria V.ra R.ma incombenzato di raccogliere quanto può per questo povero Istituto, ed avendo riuniti 8 Napoleoni da 20 franchi, li ha spediti manifestando il suo piacere di poterci in qualche modo giovare benché lontano, onde far piacere anche alla Sig.ria V.ra R.ma.


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Eccomi dunque a soddisfare con Lei un dovere, rendendole mille ringraziamenti per la carità che usa continuamente di procurarci non solo i mezzi onde possiamo un giorno essere più gloriose in Paradiso, ma bensì perché possiamo anche qui stare meglio.

Preghiamo il Signore a rimeritarla di tutto ciò che fa per noi. Io che mi abbandonai alla Divina Provvidenza, veramente essa mi si fa subito vedere.

Partendo l’Adelaide,4 come credo, è necessario che ci carichiamo di qualche altro soggetto conveniente, perché venga il Signore glorificato nel disimpegnare tutto quello che abbiamo assunto. Perciò scrissi a D. Ferrari,5 acciò esamini la giovane Guadagnini,6 e benché abbia poca dote, quando sia dotata delle qualità necessarie per l’Istituto, la ho accettata, quantunque devo confessarle che mi è gran pensiero il caricarmi, attesoché non ho lavori e per conseguenza devo molto pensare anche per l’economia, volendo che abbiano il bisogno.

Nell’altra mia7 Le dissi che stavo bene; piacque al Signore di farmi subito mentire. Tosto che così scrissi, mi cominciò male di capo col solito incomodo di stomaco, il quale continuommi per vari giorni. Io rido e sono contenta di tutto quello che disporrà di me Iddio; solo Lo prego darmi ciò che non merito, ma che mi è necessario, affine adempire possa alla sua santissima volontà.

Ella, caro Padre, mi faccia la carità di pregare, acciò nel grande combattimento abbia ad essere vincitrice.


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Mi presenti doverosa alla rispettabilissima sua famiglia ed ai R.di Sacerdoti di Calcinate8 nonché alle Cooperatrici della Pia Opera; mi raccomandi alle orazioni di tutti.

Le bacio la sacra mano e la prego di benedirmi

 

Umilis.ma Dev.ma Obb.ma Figlia

                                  Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 15 9bre 1839

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca Passi

Bergamo

 





1 ASDR, reg. I [p. 103].



2 Balbi.



3 Il conte Giovanni Vimercati fu benefattore delle Suore Dorotee (cf. lett. n. 231). Il 14-8-1858 la Frassinetti pregò don Luca di scrivergli una lettera di ringraziamento, « per maggiormente impegnarlo ad essere nostro [dell’Istituto della Frassinetti] Deputato Protettore e benefattore »: L. Dentella, Vita del Sacerdote Conte Luca Passi, cit., p. 161. La Frassinetti lo « teneva in conto di santo ed al quale, come a parzialissimo benefattore, si riconosceva sommamente obbligata [...] ne parlava assai spesso descrivendo [...] le virtù di quel sant’uomo ed in modo particolare i singoli tratti di carità, da lui usati » verso l’Istituto: cf. Memorie intorno alla Venerabile Serva di Dio Paola Frassinetti, cit., p. 238. Cooperò alla fondazione delle Figlie della Carità in Crema (cf. lett. n. 343). Il 19-2-1855 sposò la duchessa M. Luisa di Borbone Inf. di Spagna, già vedova in prime nozze di Massimiliano principe di Sassonia e in seconde nozze di Giovanni Francesco De Rossi: cf. « Stato di anime della Parrocchia de’ SS. XII Apostoli del Anno 1857 », ASVR. Morì a Roma il 30-6-1868 all’età di 79 anni. Fu tumulato nella chiesa dei SS. Biagio e Carlo ai Catinari accanto alla moglie: cf. « Acta in Collegio Sanctorum Blasii et Caroli de Urbe – a die Augusti 1855 ad diem 31 Decembris 1879 », ABR.



4 Maffei: cf. lett. n. 177.



5 Don Antonio.



6 Cf. lett. n. 157.



7 Lett. n. 168.



8  Cf. lett. n. 80, nota 9.





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