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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Cara Sorella,1
Permettetemi che mi trattenga un poco
con voi e vi dica ciò che il Signore ispirommi riguardo al vostro distacco
dall’Istituto.2
Mi si è presentato al pensiero che
Dio, qual madre amorosa, vi tenne continuamente tra le braccia, conoscendo
l’insufficienza vostra di camminare; e difatti voi eravate portata
dall’obbedienza, dai caritativi nostri Superiori. Ora vuol Egli esperimentare
se capace siete di muovere il piede, e così allontanovvi dal paterno e materno
seno; ed a sostegno Egli vi resta, perché non abbiate a precipitare.
Perdonate, mia cara, ma lasciate vi
dica ciò, che trattiene molte volte i bambini a porre fermo il piede; è
l’istinto naturale che sentono di questi muovere, ciò fa che troppo affrettano
il passo, per cui vanno a cadere; caduti, perdono il coraggio e molte volte si
arrestano, fintantoché sentono un nuovo impulso a muoversi ed allora
adagiamente camminano.
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Non v’incresca, diletta mia, se tengo con voi
questo discorso; so che capace siete di dare a me saggissimi consigli, ma
l’unione nostra spirituale fa sì ch’io non celi a voi ciò che, senza cercare,
mi venne dal Signore.
Vi dissi già personalmente che
faticoso riusciravvi il trar quel bene, che il vostro bel cuore desidera,
particolarmente in sui primi momenti della fondazione in Schio.
Questo non vi disanimi, ma ricorrete
fedelmente al Signore coll’orazione e da Lui aspettatevene buoni gli effetti,
quand’anche umanamente impossibili vi sembrassero.
La schiettezza poi, che per vostra
bontà usaste meco, fa sì che nuovamente vi raccomandi l’eguaglianza del
carattere. Il Signore saprà darvi da soffrire, ma godetevi in esso e,
quand’anche questo vi dovesse cagionare mala salute, non v’impaurite, ma
offrite il tutto a chi con tanto amore consumò sua vita per noi, non ricusando di
tacersi, per insegnarci il silenzio.
Ai piedi suoi sfogate i vostri
affanni e confidentemente aspettatevene tutto ciò ch’è necessario per la vostra
e l’altrui santificazione. Pochi sono i momenti che dobbiamo passare in questo esilio;
in fine di nostra vita, oh quanto ci sarà caro l’averli consumati nel servizio
del Signore con costanza ed amore!
Pregatemi, per carità, la grazia di
corrispondere all’infinita sua carità, che io farò lo stesso per voi.
Presentatemi doverosa al R.do D. Girolamo,3 e salutatemi anche la vostra e mia sorella;4 raccomandatemi alle loro orazioni.
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Vi lascio, mia cara, nei Santissimi Cuori di Gesù
e di Maria, ed in essi credetemi
Vostra
Affezionatissima Sorella
Suor
Maria Rachele
Guardini
Venezia li 26 9bre 1839
Alla Stimatissima Signora
La
Sig.ra Anna Veronese
nell’Istituto
delle Maestre di S. Dorotea a Schio
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