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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Stimatis.mo e Carissimo in G.C.,1 Giunsemi la pregiata sua la sera del 30 decorso e trovavami a letto. Ho sentito dolore per non poter io stessa prestarmi a quanto la carità sua in quella mi chiedeva. Affidai ciò ad una prudentissima mia figlia, la quale il giorno seguente andò nella indicatami casa, dove non ritrovò la giovane.2 Chiese di essa conto e non si sa come viva; le venne però fatto credere che sia mantenuta da uno, che abita a Castello. Benché sia distante, si portò colà e la trovò, per grazia del Signore, perché umanamente non era possibile. Oh miseria della creatura, che dimentica il suo Creatore! La trovò in mezzo ad un officiale e due semplici soldati; la chiamò a parte e le disse che vi è una Signora3 che brama di parlarle; che essendo la stessa ammalata la pregava di venire dove si trova. Determinarono la giornata del 3; difatti questa mattina ho mandato alle ore 11 per prenderla. Determinammo col nostro caritativo Superiore4 di trattenerla all’Istituto, in luogo separato, affine di toglierla da ogni pericolo, e ciò fintantoché potevo a Lei mandarla; ma ella si è lasciata trovare ammalata, ed aveva un altro giovinastro accanto che fumava. La fisionomia sua era sana, ma disse ch’ella non poteva sortire. La figlia mia non ha cessato di pregarla, perché le indicasse come potrebbe fare acciò io le potessi parlare. Restarono d’accordo che il prossimo venerdì farà di venire da me; ma nel timore che nuovamente ci burli, ho avuto da Monsignore nostro Superiore licenza di andare io stessa con abito secolare, affine di sapere cosa pensa Margherita. Intanto credo bene farle sapere questo, acciò la di Lei carità goda il conforto di poter pensare a quello che crederà. Oggi è il secondo giorno che mi alzo dal letto, nel quale mi trovava da vari giorni con febbre e male di capo. Ho sentito con dolore la perdita che ha fatto dei suoi cari figli,5 pei quali non trovo espressioni per confortarla, certa che la di Lei generosità con Dio saprà farle trovare ogni bene anche nell’afflizione, in cui la sua infinita carità gli piacque di porla; però l’accerto che non li dimenticherò avanti al Signore. Mi presenti doverosa alla cara sua Nuora6 e le dica per me che si consoli nel caro Gesù, il quale geloso del suo cuore le tolse il marito, perché di Lui solo si occupi. Se ha occasione di veder Monsignor Vescovo,7 la prego baciarle il Sacro Anello per me. Al Sig. D. Soncini8 dica che ho ricevuto la sua lettera, ma che ero in letto. Subito che potrò, risponderogli. Piena di stima ho il contento di dirmi
Allo Stimatissimo Signore
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1 ASDR, reg. I [pp. 112-113]. 2 Margherita Filippini, che si era allontanata dalla sua casa trasferendosi a Venezia, ove viveva in un ambiente equivoco: cf. lett. n. 218. 3 Madre Rachele. 4 Mons. Balbi. 5 Faustino Nicola, nato il 29-12-1807 e morto il 16-10-1839; e Caterina, nata il 10-12-1805 e morta il 14-11-1839: cf. « Libro degli atti di morte », vol. XVIII, APSGB. 6 Caterina Nember, che aveva sposato Faustino il 14-6-1835. 7 Carlo Ferrari. 8 Bortolo. Nato a Brescia, fu ordinato sacerdote il 25-5-1839. Nel 1841 fu nominato rettore della chiesa S. Maria del Lino. Cf. lett. n. 202. |
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