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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo
Padre,1
Eccomi a farle esercitare la carità leggendo
questa mia. Subito ch’Ella si è allontanato dall’Istituto, giunse la giovane
operaria di Adria, la quale per l’ufficio, che ha da occupare, spero riuscirà
bene.2
Ho pure ricevuto una lettera dalla
Baronessa Cristani,3 la
quale mi annuncia che la causa del suo ritardo è stata questa: hanno voluto i
suoi parenti che la Sig.ra Bertolini facesse pubblica la
dichiarazione di lasciare i suoi beni per la erezione dell’Istituto delle Suore
di S. Dorotea, le quali debbano operare a pubblico vantaggio, versando la
carità loro particolarmente sopra le indigenti.
Ora si è determinata la sunnomata
Sig.ra di comperare uno stabile. Subito che avrà ciò avuto
l’effetto, ella verrà, onde cominciare ad apprendere le regole, per poter ad
altro tempo, se piacerà al Signore, essere fondatrice.
Mi dice che l’anello rifiutato da me,
suo fratello4 non lo volle più, ma lo segnò come appartenente
a me od all’Istituto.
Sappia la Sig.ria
V.ra R.ma che oggi è qui stato il
R.do D. Gerardini,5 il quale ha dimostrato tutto il contento, per - 432 -
poter attestare a Lei la subordinazione sua,
eseguendo ciò che le ha imposto.
Nell’atto stesso giunse il
R.do nostro Sig. Parroco,6 il quale bramava essere il precursore del
sunnomato. Ho mostrato la mia gratitudine ad ambidue, ma più di tutto devo alla
carità V.ra R.ma; prego il
misericordioso Iddio, acciò ricompensata sia eternamente.
Per non omettere ciò ch’è sua
volontà, mi sono alzata e dissi confidentemente al Signore che Gli chiedo ciò
ch’Ella mi ha comandato: sì, voglio la salute – dissi – e nella certezza di
esserne esaudita, perché debbo obbedire, ho manifestato a Maria Rosa7 il desiderio mio di andare a pregare Santa Veronica, onde mi
ottenga dal misericordioso Iddio quello spirito d’amore e di obbedienza dei
quali ella era vestita.
Maria Rosa pare che trovasi in buona
disposizione di graziarmi; io me ne sto zitta, aspettando da lei quello che il
Signore le ispirerà. Se ciò non avrà effetto, ne ringrazierò Iddio.
Prego la di Lei bontà ad ottenermi
dal Signore le dette grazie, per mezzo della Santa. Favorisca presentarmi
ossequiosa all’Eminentissimo Patriarca, al quale bacio il Sacro Anello e lo
prego della carità d’impartirci la paterna benedizione.
Le bacio la sacra mano ed ho l’onore
di dirmi
Umilis.ma
Dev.ma Obb.ma Serva e Figlia
Suor
Maria Rachele
Guardini
Venezia li 3 xbre 1839
A Monsignore Reverendissimo
Il R.mo Monsignor Co. Roberto
Balbi
Cavaliere
della Corona Ferrea – S.P.Mani
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